Dal design alla grafica, dall’architettura alla cucina, dall’arredamento alla scrittura: la regola del Less is more è applicata in tantissimi contesti diversi.
L’espressione viene attribuita da molti all’architetto e designer tedesco Ludwig Mies van der Rohe, da qualcun altro all’architetto per cui van der Rohe lavorò, Peter Behrens, per altri risale addirittura al 1800. Qualunque sia la fonte più corretta, Less is more (letteralmente “meno è di più”) è un esplicito richiamo alla semplicità, all’essenzialità, alla leggerezza.
Una scelta di vita
In questo articolo ti ho parlato di Ryan e Joshua, The Minimalists, e di come abbiano provato sulla loro pelle cosa significa passare da una vita piena di roba inutile ad una più semplice e consapevole in cui ogni cosa è valorizzata.
Iniziando dagli oggetti presenti nelle loro case, un po’ alla volta hanno ribaltato il loro stile di vita, perché eliminare fisicamente qualcosa (soprammobili, vestiti, utensili) può essere il primo passo di un processo più ampio.
Vediamo qualche esempio:
- Meno oggetti, più spazio e tempo: avere meno oggetti significa impiegare meno tempo per pulizia e manutenzione. Lasciar andare ciò che è di troppo, con particolare attenzione al riuso e al riciclo, permette di avere più spazio libero e mente più leggera. Di solito, dopo aver fatto decluttering, ci sentiamo talmente bene che ci chiediamo perché non l’abbiamo fatto prima.
- Meno utensili, più funzionalità: se possiedi cinque apribottiglie è probabile che non ne troverai nemmeno uno, al momento del bisogno; saranno in mezzo a mille altri attrezzi per la cucina e risulteranno praticamente invisibili.
- Meno quantità, più qualità: ti è mai capitato di comprare l’ennesimo paio di jeans perché non ricordavi di averne altri tre simili? Ordine e organizzazione ti permettono di valorizzare ciò che hai già e di fare acquisti più consapevoli: metti attenzione alla qualità del tessuto, al paese d’origine, alla facilità di lavaggio e a tutti quei criteri personali che per te caratterizzano un buon acquisto. Tieni presente che cambiando abbinamenti e accessori ti sembrerà di avere molti più capi di quanti ne stai usando realmente.
- Meno spese inutili, più soldi: se ricordi di avere una cosa, sai esattamente dove trovarla, ti piace ed è in ottime condizioni non la ricompri, giusto? In questo modo eviti di sprecare denaro che potrai utilizzare per bisogni reali e attività piacevoli.
- Meno distrazioni, più focus: uh, questa è difficile! Per fortuna ci sono metodi e accorgimenti che ti possono aiutare. Puoi disattivare le notifiche dei social e togliere la suoneria del cellulare quando fai cose che richiedono la tua massima attenzione o quando prendi del tempo per te. Puoi stabilire con la tua famiglia un calendario delle attività che preveda spazi di condivisione e momenti in cui è vietato disturbarti, a meno che stia andando a fuoco la casa. Puoi lavorare per blocchi di tempo prestabiliti alternando lavoro e pause rigeneranti, premiandoti con piccole ricompense quando raggiungi un obiettivo.
- Meno impegni, più tempo per te: a volte ci sovraccarichiamo di impegni perché non sappiamo dire di no, ma questo non fa altro che aumentare lo stress e togliere qualità ed efficacia a ciò che vogliamo o dobbiamo fare davvero: ne vale la pena? Oppure l’agenda è piena semplicemente perché non abbiamo chiare le nostre priorità e pretendiamo di fare tutto. Forse è necessaria un po’ di selezione. E poi ricorda che c’è sempre la parola magica: delega! Non sempre è possibile, ma a volte è solo la nostra mania di controllo a non permetterci di delegare ad altri qualche faccenda.
- Meno social, più relazioni: i social possono essere utili, informarci, divertirci, ma il rischio di diventarne dipendenti è davvero molto alto (e il documentario The Social Dilemma lo spiega benissimo). Esistono delle applicazioni che permettono di monitorare quanto tempo passiamo sui social e di solito siamo increduli, davanti al risultato: esserne consapevoli è un buon punto di partenza per diminuirne l’utilizzo e valorizzare maggiormente le relazioni umane.
- Meno chiacchiere, più ascolto: spesso pensiamo di dover parlare per forza o di dover dare consigli anche quando non richiesti. Parlare meno e mettersi in ascolto dell’altro è un dono prezioso, sia per chi lo fa che per chi lo riceve.
- Meno stress, più qualità della vita: se le giornate sono meno faticose e dispersive, la soddisfazione e l’efficacia di ciò che facciamo aumenta; il tempo dedicato al relax è più rigenerante e la qualità del sonno migliora sensibilmente.
Adottare una filosofia più minimalista, scegliendo con cura cosa (e chi) vogliamo o non vogliamo nella nostra vita, all’inizio potrebbe non essere facile. Considera però che uno degli effetti più profondi dell’organizzazione personale è che si acquisiscono autostima e fiducia in sé stessi, dando il via ad un circolo virtuoso.
Quanto è “meno”?
Meno cose, meno distrazioni, meno impegni. Ma cosa significa? Quanto è “meno”?
Non c’è una formula uguale per tutti: è solo osservandosi e sperimentando che ognuno trova il proprio punto di equilibrio. Perché Less is more è essenzialità, ma deve corrispondere alla misura che tu dai all’essenziale. Togli tutto ciò che non ti serve o che ti provoca sensazioni fastidiose e vai dritta al punto: conserva e valorizza ciò che è utile, ti piace e fa bene agli occhi, al cuore, allo spirito.
Non hai bisogno di tante cose: hai bisogno di cose che ti facciano stare bene. Non hai bisogno di riempire l’agenda con tanti impegni, ma di un tempo ben organizzato e di spazi vuoti per nutrire la tua anima e per riposare. Non hai bisogno di approvazione esterna, hai bisogno di fare le cose con cura e sentirti più appagata.
L’eccezione alla regola
Come ogni regola che si rispetti, anche questa ha le sue eccezioni. Mi viene in mente Iris Apfel: sarebbe la stessa senza la sua strabordante personalità, gli occhiali fuori misura e la quantità impressionante di accessori? Pensa che il suo motto è “more is more and less is a bore”. Nel suo caso, come si fa a darle torto?
2 Comments
La scarsa o nulla stima di se stessi è, spesso, alla base degli acquisti compulsivi e derivata da ricordi che generano depressione, pavidità, vergogna di esistere, etc.
Il minimalismo può essere una cura sostitutiva allo psicologo o, in alternativa, al neurochirurgo?
Buonasera Lucio,
diciamo che le motivazioni alla base delle tante “distrazioni” che attuiamo nella nostra vita (fra cui, appunto, l’acquistare in modo compulsivo) sono molte e di varia natura. Il minimalismo, o meglio “la “quota di minimalismo” che si ritiene giusta per sé, è certamente una via per stare meglio.
Ma nei casi che tu citi come grave mancanza di autostima, depressione o vergogna di esistere, nulla potrà mai sostituire un terapeuta come lo psicologo o altre figure equiparabili. Le cose possono certamente andare di pari passo e aiutarsi esattamente come una gamba aiuta l’altra nel compiere un passo in avanti, ma il professional organizer non può e non deve sostituirsi al terapeuta.
Per quanto riguarda il neurochirurgo, perdonami ma non vedo il nesso; forse intendevi psichiatra? In ogni caso il discorso è lo stesso.
Ti ringrazio per il tuo commento.
Un caro saluto.
Milena