Stile di vita – Milena Guidotti https://www.milenaguidotti.it Professional Organizer Tue, 15 Feb 2022 12:12:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 Hygge: come predisporsi a momenti di serenità https://www.milenaguidotti.it/hygge-come-predisporsi-a-momenti-di-serenita/ https://www.milenaguidotti.it/hygge-come-predisporsi-a-momenti-di-serenita/#respond Fri, 04 Feb 2022 17:46:15 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1152 Nel 2016 l’attrice danese Marie Tourell Søderberg scrive un libro semplice e molto curato, quasi poetico. Il titolo originale recita “Hygge, l’arte danese della felicità” e a me, devo dire, quel titolo piaceva moltissimo. Tradotto in Italia come “Il metodo danese per vivere felici” mi pare abbia perso un pochino di magia, ma in entrambi i casi il titolo crea molte aspettative.

Cosa è l’hygge?

Nella sua introduzione, la Søderberg definisce l’hygge come “l’attitudine a trovare la felicità nelle piccole cose di ogni giorno”. E in questo devono essere proprio bravi, i danesi, visto che per anni hanno detenuto il primato nella classifica dei paesi più felici del mondo (attualmente la Danimarca è al terzo posto dopo Finlandia e Islanda).

Ecco cosa si legge fra le motivazioni dell’ambito riconoscimento: ”per l’attenzione a una vita sostenibile (utilizzo delle rinnovabili) e il perfetto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata”.

Perfetto equilibrio.

In un mondo frenetico e competitivo come quello attuale, diventa necessario “passare del tempo hyggelig in famiglia e con gli amici, e momenti hyggelig con me stessa in una casa hyggelig”, scrive l’autrice. Ma come favorire questi momenti così speciali?

L’hygge è difficilmente traducibile, più che una parola è un concetto: è intimità, è introspezione, è atmosfera, è cura e attenzione. È capacità di creare ambienti che predispongano alla serenità.

Va da sé che una casa hyggelig sia una casa libera dal caos e ben organizzata. È una casa che accoglie e che dona un senso di appartenenza. Che scalda, conforta e protegge chi la abita.

Suggerimenti per una casa hygge

Christina B. Kjeldsen, editor e autrice di libri sull’arredamento, illustra nel libro i concetti chiave per ogni area della casa; qui ho voluto integrarli con qualche mia riflessione:

  • Ingresso: non è considerato una vera e propria stanza; a volte è un corridoio, mentre altre l’entrata dell’appartamento porta direttamente in soggiorno. Eppure l’ingresso è la prima cosa che vediamo rientrando e la prima cosa che vedono i nostri ospiti; dovrebbe essere un caldo abbraccio che ci accoglie e non solo un veloce passaggio da dimenticare in fretta. Per questo è importante che resti ordinato, pulito e che non crei confusione alla vista o impaccio nei movimenti. Soluzioni funzionali per cappotti e scarpe, una mensola e un’adeguata illuminazione sono l’ideale per quest’area. L’aggiunta di una pianta ben curata renderà tutto ancora più armonioso.
  • Cucina: l’hygge segue i piaceri e gli interessi di chi la abita. Se cucinare è una tua passione, questa stanza della casa sarà, a maggior ragione, molto speciale. Utilizza stoviglie ed utensili funzionali e belli, comodi da usare e mai in quantità esagerate. Non è hygge una cucina troppo pulita e asettica, ma non è hygge nemmeno la confusione totale e l’ammasso di oggetti senza senso. Cerca di darle una personalità, con equilibrio, cercando di unire con gusto materiali, colori e stile. Tessuti naturali, piantine aromatiche e alimenti di buona qualità: la cucina diventa nutrimento per corpo, anima e mente.
  • Soggiorno: nell’ottica hygge scandinava la scelta dei materiali è fondamentale. Legno, ceramica e fibre naturali, insieme ad una luce calda e a delle candele, sono d’obbligo per un soggiorno che ci trasmetta accoglienza e calore. Divani comodi, poltrone per la lettura, lampade che fanno atmosfera, tavole da apparecchiare con cura per accogliere famigliari ed amici, tutto è predisposto all’insegna della condivisione di momenti preziosi.
  • Bagno: è la stanza che più di ogni altra invita a concedersi un momento per la cura di sé. Anche qui, pulizia e semplicità sono la ricetta giusta per un’atmosfera hygge: mobili e mensole in legno, cesto di vimini per il bucato, tessuti chiari, luce calda, morbidi asciugamani, piante adatte ad ambienti umidi. Doccia o vasca poco importa: l’importante è creare dei rituali di benessere in cui ritrovare una pace profonda.
  • Camera da letto: è la stanza più intima della casa, quella in cui ci lasciamo andare, ci riposiamo, ci ricarichiamo, ci spogliamo, in senso figurato e letterale. Dovrebbe essere un nido confortevole in cui riposare e coccolarci: un materasso comodo, biancheria da letto di qualità, un armadio ben organizzato, un buon libro sul comodino, colori che favoriscano il relax e poche decorazioni ben scelte. Sarebbe bene acquisire buone abitudini come bere una tisana rilassante poco prima di dormire e acquisire una routine del sonno adatta al nostro cronotipo.

No, non serve stravolgere completamente la casa per renderla più hyggelig; possiamo però considerare l’hygge come una bussola che ci fa mantenere la rotta verso lo stile di vita che desideriamo.

Vuoi prenderti cura di te, del tuo tempo e della tua casa? Ti aspetto qui.

 

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Solo bagaglio a mano: viaggiare leggeri nel viaggio della vita https://www.milenaguidotti.it/solo-bagaglio-a-mano-viaggiare-leggeri-nel-viaggio-della-vita/ https://www.milenaguidotti.it/solo-bagaglio-a-mano-viaggiare-leggeri-nel-viaggio-della-vita/#respond Tue, 04 Jan 2022 17:56:15 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1138 All’inizio della mia carriera come professional organizer mi sono iscritta ad APOI, la nostra associazione professionale, e lo scorso ottobre sono diventata socio senior.

Per passare da junior a senior sono necessari dei prerequisiti (per esempio avere un sito internet) e si deve sostenere un esame che prevede la relazione di un certo numero di consulenze fatte, recensioni positive da parte dei clienti e formazione specifica, ossia la lettura di alcuni dei libri presenti nella bibliografia consigliata dall’associazione.

Uno dei libri che ho scelto è Solo bagaglio a mano di Gabriele Romagnoli.

La leggerezza come stile di vita

Il titolo mi incuriosiva: per quanto non mi capiti spesso, l’idea di viaggiare leggera con solo uno zaino in spalla mi attira da matti. Inoltre, quale migliore metafora per chi, come me, desidera uno stile di vita sempre più armonioso e consapevole.

E infatti il libro è, fra le altre cose, un invito a vivere secondo il principio del less is more, un motto preso in prestito dall’architettura e traslato su ogni ambito della vita, senza per questo predicare il minimalismo ad ogni costo. Si tratta, in buona sostanza, di racconti, pensieri e riflessioni che portano ad più profonda consapevolezza di sé.

Ma partiamo dall’inizio: Romagnoli legge sul Financial Times dello strano servizio di una società sudcoreana che inscena il tuo finto funerale, nella speranza di risvegliare le coscienze dei “defunti”. L’idea è che, nel paese con il record mondiale più triste (quello del più alto numero di suicidi), vivere quell’ultimo momento in piena coscienza scoraggi dal voler mettere fine alla propria vita.

Incuriosito, prende un aereo per Seoul e si sottopone all’insolito rituale: vuole sperimentare cosa si prova, scoprire quali rivelazioni emergano dalla sensazione della fine e capire se la rinascita possa portare ad una maggiore consapevolezza.

All’arrivo viene preparato per il funerale e gli viene chiesto di fare testamento. Ha solo carta, penna e mezz’ora di tempo in cui deve disporre dei suoi beni materiali e rivolgere le ultime parole alle persone più care. Pare che questo, per molte delle cinquantamila persone prima di lui, sia stato un esercizio rivelatorio: ci si rende conto dell’importanza delle relazioni, del tempo sprecato, di cosa si è saputo o non saputo costruire.

Indossata una vestaglia bianca senza tasche “perché senza nulla sei venuto e senza nulla te ne andrai”, si sdraia nella bara: stretta, scomoda, fredda. La chiudono con dei chiodi e una manciata di terra viene gettata sul coperchio. Poi, più nulla. Buio. Silenzio totale.

Dentro la bara Romagnoli si lascia andare a riflessioni, intuizioni e scoperte su di sé e sul mondo che difficilmente avrebbe potuto percepire in modo così vivo e viscerale senza quella esperienza. È qui che l’autore inizia a raccontare quello che ha pensato e imparato nei minuti successivi, mentre era morto.

Liberarsi dei fardelli pesanti

Primo, viaggiare leggeri. Solo bagaglio a mano, appunto. Liberarsi di tutto ciò che è inutile, prima di tutto le certezze pesanti e definitive, granitiche e assolute, che non permettono di sperimentare cose nuove, opinioni diverse, tempi ed emozioni differenti.

Se decidi di viaggiare leggero ti devi dare delle regole e le regole non complicano la vita, semmai l’opposto

Romagnoli fa un bel parallelismo fra vestiti e rapporti della vita: meglio viaggiare leggeri, scegliere quelli che davvero ti piacciono e ti stanno bene. In una valigia piccola si seleziona quel che si vuole veramente.

Il bagaglio ideale contiene solo ciò che è davvero importante, che siano cose, emozioni o ricordi. E’, di nuovo, metafora della vita, della casa, della persona che vuoi avere accanto. Noi stessi non dobbiamo diventare pesanti zavorre che bloccano le vite e le energie di altri. L’autore ci invita quindi ad un viaggio dentro di noi, che sia di scoperta e di rimozione di pesanti aspettative, di problemi irrisolti, di passati ingombranti.

Lost is found

Dal racconto della storia di Glauco, imprenditore che ha perso tutto prima di ritrovare se stesso, emerge chiaramente quanto tutti noi abbiamo paura di perdere e di perderci. Eppure, perdere è un’occasione. “Quando sembra finita, ricomincia”.

Si ha paura di lasciar andare perché si teme il futuro. Si teme di dimenticare, di perdere i nostri punti fermi. E invece la morale è proprio questa: avere fiducia nelle nuove possibilità. 

Più accumuliamo, meno abbiamo veramente. Crediamo sia una ricchezza, invece è un impoverimento

Come professional organizer mi occupo di cambiamenti e so bene che il trasloco è uno dei più temuti e stressanti. Studi recenti lo definiscono il peggior trauma dopo lutto, licenziamento e separazione. Ma quando le persone riescono a vivere le proprie emozioni, anche se spaventano un po’, accolgono questa grande occasione: scelgono con attenzione e lasciano andare ciò che non fa più parte della loro vita. Eliminano con grade sollievo cose inutili che avevano persino dimenticato di avere e che rubavano spazio ed energie senza un valido motivo.

Perché abbiamo bisogno di sperimentare un trauma per liberarci? Eppure è quasi sempre così.

Il libro è un inno al cambiamento, che porta a scoprire e riscoprire lati sempre nuovi di noi stessi. Ad ogni tsumani della vita, chi sopravvive è cambiato per sempre; in meglio o in peggio, dipende da noi.

Nella storia di Nicholas Vreeland si coglie tutto il senso del less is more. Fotografo newyorkese di successo, mentre si trova fuori casa gli viene rubata tutta l’attrezzatura fotografica. È come si gli avessero rubato l’identità. “Perse ciò a cui teneva di più. E trovò sé stesso”: con i soldi dell’assicurazione vive per un po’ senza dover lavorare e segue la sua vocazione principale, quella spirituale. Dopo qualche tempo diventa un monaco buddista.

Anche Vreeland aveva un bagaglio pesante sulle spalle, ma evidentemente la vita aveva in serbo altri piani per lui. L’ha obbligato ad alleggerirsi portandogli via ciò che aveva di più caro (in ogni senso) ed è stato proprio in quel “meno” che ha trovato la sua realizzazione più profonda.

Prepararsi a vivere

Meno cose, meno amici, meno informazioni: Romagnoli ci invita a tornare alle cose importanti, a ritrovare l’essenziale e a valorizzarlo. A saper scegliere. A viaggiare leggeri nel meraviglioso viaggio che è la vita.

Ogni fine è un inizio. La bara viene riaperta. Lo scopo del gioco, gli viene detto, non è prepararsi a morire, ma a vivere.

 

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Black Friday e organizzazione: riflessioni per acquisti consapevoli https://www.milenaguidotti.it/black-friday-e-organizzazione-riflessioni-per-acquisti-consapevoli/ https://www.milenaguidotti.it/black-friday-e-organizzazione-riflessioni-per-acquisti-consapevoli/#respond Thu, 04 Nov 2021 10:00:55 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1110 Manca poco al Black Friday; sconti e promozioni sono ovunque e noi rischiamo di diventare, ancora una volta, le succulente prede di un consumismo sfrenato.

Il Black Friday e il bisogno che non esiste

Le immagini di gente ammassata davanti alle vetrine dei negozi in attesa di aggiudicarsi l’offerta del momento mi fanno stare male. Davvero, sto male fisicamente. Mi manca l’aria, è come se fossi lì anche io e mi sentissi imprigionata in mezzo a quella folla urlante e isterica. A volte, quando le porte si aprono e le persone si riversano all’interno come un fiume in piena, si tirano i capelli e si prendono a botte o spintoni per accaparrarsi un televisore o un paio di stivali. Mi chiedo come siamo arrivati a questo punto.

La risposta è complessa e io non sono un’esperta, ma di certo il marketing gioca un ruolo fondamentale: si è talmente evoluto (o sarebbe meglio dire involuto?) da arrivare a convincerci che ogni cosa è necessaria e che se non lo è, lo diventerà presto. Creare un bisogno che non esisteva fino a un attimo prima è la carta vincente di ogni campagna pubblicitaria.

D’altra parte non ha molto senso dare sempre la colpa al mercato, alla società o a chi consapevolmente punta a creare una sorta di guerra fra poveri. Abbiamo teste pensanti e un cuore abbastanza grande da sapere che un nuovo elettrodomestico non vale uno schiaffo.

Ti serve davvero?

Sull’origine del Black Friday, che cade l’ultimo venerdì di novembre, il giorno dopo il Thanksgiving americano, ci sono varie tesi. Se inizialmente poteva davvero essere un modo per risparmiare qualcosa su un bene che volevamo da tempo, per cercare il regalo di Natale perfetto o magari fare un regalo a noi stessi, negli ultimi anni è diventata una moda svilente e dannosa.

Ma non è solo la pubblicità a trarci in inganno; spesso alla base c’è una nostra sensazione di carenza.

Ti faccio un esempio: la scorsa settimana ho lavorato a casa di Elena (nome di fantasia), splendida 50 enne separata da poco e con una bimba piccola. Abbiamo riorganizzato alcune stanze della casa che strabordavano di cose, creando caos visivo e mentale. Lavorando insieme, Elena ha alleggerito la sua casa e la sua mente, tutto ora è al posto giusto e lei è molto più rilassata. È tornata a sorridere dopo un periodo caotico e confuso in cui non si sentiva in grado di dare il meglio di sé alla sua bambina e tantomeno a se stessa.

La casa di Elena era così piena e confusa perché alla base c’era una percezione di mancanza: “faccio scorta perché non si sa mai”, “lo prendo perché potrebbe sempre servire in futuro”, “lo compro ora che è in offerta, tanto prima o poi lo userò”.

È un atteggiamento molto diffuso e può succedere a tutti, soprattutto se ci troviamo in una fase particolare della vita, di fare shopping alla ricerca di una momentanea gratificazione. È confortante, è appagante. Ma il rischio è che diventi un’abitudine consolidata e quindi più difficile da gestire.

Quando abbiamo raggruppato tutti gli oggetti per categoria, Elena si è resa conto di quante cose aveva acquistato impulsivamente. Non se ne ricordava nemmeno la metà. Perché è così che succede: si comprano cose che non si sa dove mettere e quel “lo metto qui un attimo e poi lo sistemo” si traduce in un accumulo disorganizzato che appesantisce l’ambiente e i pensieri.

Evitare l’acquisto compulsivo

L’acquisto impulsivo è una ricompensa momentanea, ma è proprio sull’impulsività che puntano le aziende. Strategie di comunicazione, palette di colori, effetto visivo e storytelling studiati nei minimi dettagli: l’importante è ottenere un click sul pulsante “acquista”. Poi un altro, e un altro ancora. Il rischio è molto reale: pensando di risparmiare, alla fine spendiamo molto più di quanto avremmo voluto per acquistare oggetti di cui ci importa poco.

Come possiamo agire per non lasciarci prendere troppo la mano? Organizzandoci per tempo.

  • fai un inventario: passa in rassegna tutti i tuoi ambienti e fai un veloce inventario di ciò che hai già: per esempio, pensavi di approfittare del Black Friday per comprare dei nuovi cosmetici? Raccogli tutti quelli che hai in un unico posto e fai una cernita tenendo solo quelli che ancora userai, che ti piacciono e che non sono scaduti (sì, anche i cosmetici scadono). Solo così puoi sapere se e cosa ti serve acquistare davvero.
  • fai una ricerca: cerca in rete solo ed esclusivamente il prodotto di cui hai bisogno, comparando le informazioni del produttore, le recensioni dei clienti, le fotografie e non solo il prezzo. Prendi appunti e decidi quale è il migliore per te.
  • compila una lista: solo dopo aver fatto un inventario, un po’ di sano decluttering e qualche ricerca online, fai una lista di ciò che vuoi acquistare e fissa un budget oltre il quale non vuoi o puoi andare. Il Black Friday può anche essere un’occasione per giocare d’anticipo sui regali di Natale, ma sempre con consapevolezza.
  • attieniti alle decisioni prese: sii irremovibile. Focalizzati sul risultato finale, sulla soddisfazione che proverai alla fine, sapendo di aver fatto acquisti sensati e di non aver sprecato i tuoi soldi.
  • evita i resi: spesso si acquistano cose di cui non si è pienamente convinti pensando “semmai poi lo rendo”, ma questa non può essere una soluzione sostenibile, né per noi né per l’ambiente. Innanzi tutto questo escamotage non ci permette di allenare consapevolezza e capacità di scelta; inoltre, rendere un oggetto può costarci dei soldi e sicuramente ci costa del tempo. E poi c’è il fattore inquinamento: mi riferisco a packaging e trasporto e, soprattutto quando parliamo dei grandi e-commerce, al fatto che i resi vengono in larga parte buttati; la loro gestione (rigenerarli e immetterli di nuovo a magazzino) costerebbe loro di più in termini di più spazio-tempo-soldi.
  • prediligi la qualità alla quantità e se possibile acquista presso realtà sostenibili: made in Italy, tessuti naturali, componenti biologici, materiali riciclabili e così via.

A proposito di realtà sostenibili, conosci Rifò? Si tratta di un brand di Prato che produce in loco una linea di abbigliamento e accessori di qualità con fibre 100% rigenerate e rigenerabili.

Cito testualmente dalla loro newsletter:

“Sai perché il Black Friday non è sostenibile?

Perché ci rende dei consumatori e non delle persone.
Perché spinge un sistema basato sui prezzi e non sul valore.
Perché fa aumentare esponenzialmente i consumi mondiali di CO2 dovuti ai trasporti.

Ne abbiamo davvero bisogno? No.”

Demonizzare totalmente il Black Friday non ha molto senso, ma certamente possiamo farci le domande giuste per acquistare consapevolmente, meno e meglio, o non acquistare affatto.

Non abbiamo bisogno di più cose, abbiamo bisogno delle cose giuste per noi. L’abbiamo solo dimenticato.

 

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Cambio di stagione: 9 passi verso il guardaroba dei tuoi sogni https://www.milenaguidotti.it/cambio-di-stagione-9-passi-verso-il-guardaroba-dei-tuoi-sogni/ https://www.milenaguidotti.it/cambio-di-stagione-9-passi-verso-il-guardaroba-dei-tuoi-sogni/#respond Mon, 04 Oct 2021 09:00:45 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1098 Il primo giorno d’autunno sono stata ospite della diretta Instagram di Anna Turcato, Style strategist & Image consultant (se vuoi, puoi recuperarla qui). In occasione del cambio di stagione abbiamo parlato di guardaroba consapevole e di organizzazione dell’armadio.

Cambio di stagione, cambio di prospettiva

Che rapporto hai con i tuoi abiti? Ti danno gioia? Ti senti a tuo agio, indossandoli? O ti rimandano frustrazione e inadeguatezza? Forse finisci per mettere sempre le stesse cose perché non trovi nulla, in mezzo al caos nascosto dentro al tuo armadio.

Come ho spiegato nella diretta, un armadio ben organizzato semplifica la vita: tutto è ben conservato, si trova facilmente quello che si cerca e non si perde tempo, né per vestirsi né per riordinarlo. Ecco perché voglio consigliarti di seguire alcuni passaggi fondamentali affinché diventi, una volta per tutte, un tuo prezioso alleato.

Il cambio di stagione è l’occasione perfetta per agire. Può rivelarsi un’illuminante presa di consapevolezza, perché è il momento in cui ci rendiamo conto di tutto ciò che abbiamo e di come quel “tutto” ci fa sentire.

Ma c’è una premessa che mi sento di fare.

Spesso la difficoltà più grande nel riorganizzare il guardaroba non è tanto la fatica fisica (seppure da considerare), ma quella mentale ed emotiva, data anche dall’aver procrastinato il lavoro, magari per anni. Ma rimandare continuamente una decisone ruba molta più energia che prenderla e agire, lo sapevi?

Anche per organizzare questo spazio, così intimo e personale, è necessario quindi un lavoro introspettivo. Bisogna prendersi il giusto tempo, è un momento di cura di noi.

9 passi per il guardaroba dei tuoi sogni

Vediamo come procedere per ottenere l’armadio bello e funzionale che hai sempre desiderato.

# 1 Fai decluttering

Per prima cosa elimina il superfluo, selezionando con cura ciò che ti piace davvero, che ti rende felice e ti sta bene, mettendo da parte il resto. Potrai decidere di vendere o donare ciò che non usi più (ne avevo parlato qui).

# 2 Crea una scatola dei ricordi

Se hai dei capi che non indossi ma che sono preziosi a livello emotivo, conservali separatamente. Scegli una bella scatola della giusta misura, riponi tutto con cura e custodiscila in un luogo più adatto.

# 3 Rifletti sugli spazi

Quali spazi hai a disposizione ora? Quante ante, quanti cassetti, quanti ripiani? Vorresti crearne altri, utilizzando appositi accessori, organizer o separatori?

# 4 Riorganizza secondo le tue necessità

Pensa a quale criterio ti può essere più comodo: vuoi dividere gli abiti per utilizzo (ufficio, palestra, cene con gli amici…) o per colore? Vuoi sistemare per categorie (abiti lunghi, pantaloni, camicie, gonne…) o per abbinamenti? O forse un mix di tutto questo? Ascoltati, poi lascia spazio alla creatività e trova il metodo più giusto per te.

# 5 Scegli con attenzione se appendere o piegare

Non tutti gli indumenti possono essere piegati e non tutti possono essere appesi. Valuta bene le alternative in modo da ottimizzare lo spazio senza però rovinare o sgualcire i vestiti.

# 6 Valuta se cambiare le grucce

Una delle soluzioni per ottimizzare lo spazio può essere utilizzare delle grucce più adatte alle tue necessità. In commercio si trovano molte alternative, sia come materiali che come misure. Ti sconsiglio di usare quelle della tintoria: occupano poco posto, è vero, ma potrebbero rovinare i capi e non sostenerli adeguatamente. Restituiscile, di modo che vengano riutilizzate: eviterai sprechi e avrai l’eterna gratitudine del titolare.

# 7 Ragiona sugli accessori

Pensa se e quali organizer o accessori fanno al caso tuo, prendi bene le misure e calcola le quantità necessarie. Aiutati con metro, carta e penna, disegna gli spazi e ciò che ci metterai dentro. Rendi visibili le tue idee per capire come realizzarle e, una volta finito, fai una shopping list dettagliata di ciò che ti serve.

# 8 Lascia respirare i vestiti

Fai attenzione a non sovraccaricare l’armadio; gli abiti troppo pressati l’uno vicino all’altro tendono a stropicciarsi e nella confusione rischi di non vederli più. Fai in modo che l’armadio sia leggero e funzionale.

# 9 Proteggi i tuoi capi

Scegli un antitarme naturale con un profumo molto delicato. Ottimi i sacchettini con lavanda essiccata, meglio ancora le tavolette in legno di cedro.

Il tuo biglietto da visita per il mondo

Aprire le ante di un armadio significa aprire le porte sulla nostra personalità, su come ci poniamo di fronte alla vita e agli altri. È uno spazio prezioso che merita di essere valorizzato per rappresentarci al meglio. Prenditi il tempo per farlo (e se vuoi chiedimi aiuto), ne vale la pena.

 

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Come fare spazio in casa e nella vita https://www.milenaguidotti.it/come-fare-spazio-in-casa-e-nella-vita/ https://www.milenaguidotti.it/come-fare-spazio-in-casa-e-nella-vita/#comments Sun, 04 Jul 2021 09:11:10 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1071 Da ragazzina c’è stato un momento in cui volevo diventare arredatrice. Era il periodo in cui io e mia mamma giravamo per negozi cercando nuovi mobili per la mia camera da letto, che da stanza di bambina diventava rifugio di adolescente, con tanto di libreria, scrivania per i compiti e poster dei cantanti alle pareti. Ero rimasta affascinata da chi, con mano delicata e tratti veloci di matita (eh sì, erano gli anni ’80 e i progetti si immaginavano ancora su carta), aveva realizzato in un attimo il disegno di una stanza così diversa da prima, così “da grande” e tutta mia.

Con il tempo presi altre strade, ma ricordo quel momento come il primo in cui il mio interesse per gli ambienti della casa si sia manifestato. Molti anni dopo decoravo mobili, poi sono diventata Professional Organizer.

La casa come luogo dell’anima

È chiaro che c’è un filo conduttore che mi ha portato a sviluppare, seppure in modi diversi, il mio naturale interesse per la casa, per i suoi spazi e per i suoi significati. Casa come luogo intimo e personale, come potenziale fonte di benessere dell’anima.

Non mi ha sorpreso, quindi, l’aver divorato con grande interesse il libro di Karen Kingston “Clear your clutter with Feng Shui”. Si tratta di un testo pubblicato in Italia per la prima volta nel 1999 come “Libera la tua mente con il Feng Shui” e che per qualche motivo ad ogni riedizione ha cambiato titolo (“Via la polvere dalla casa e dalla mente” e “Feng Shui e Space Clearing, l’arte di fare spazio nella casa e nella vita”).

Ma facciamo un passo indietro: chi è Karen Kingston? E cosa significa Space Clearing?

Nata in Gran Bretagna, la Kingston ha vissuto per 20 anni a Bali, portando poi in occidente tutto il suo sapere sul Feng Shui e coniando l’espressione Space Clearing, che lei stessa definisce “l’arte di purificare e rivitalizzare le energie stagnanti presenti negli edifici”.

Lo Space Clearing è uno dei metodi più efficaci che il Feng Shui propone per aumentare il flusso di energia vitale in casa e sul luogo di lavoro; è un rito di 21 tappe attraverso il quale vengono liberate le energie bloccate all’interno delle stanze, sbloccando di fatto anche la vita di chi le abita.

Fra le cause principali di questi blocchi ci sono lo sporco e il clutter, termine inglese che indica l’accumulo, le cianfrusaglie, il superfluo e tutto ciò che ingombra. È di questo che la Kingston si occupa nel libro, suggerendo di dare un nuovo impulso alla nostra vita iniziando proprio dalla casa e dal decluttering.

È qualcosa di molto pratico che smuove e sblocca qualcosa di invisibile ai nostri occhi. Il principio di fondo è che mentre agiamo all’esterno, avvengono trasformazioni corrispondenti dentro di noi.

Tutto ciò che è inutile, che non ci piace, che fa disordine e ciò che è rimasto irrisolto o incompleto ha la conseguenza di renderci stanchi, pigri e privi di energie, offuscando la piacevolezza del vivere. Se nei nostri spazi c’è un accumulo di oggetti, pulire gli ambienti e trovare le cose diventa più faticoso: si innesca così un circolo vizioso di procrastinazione e malessere.

Anche se non sempre ne siamo consapevoli, il superfluo occupa spazio anche nella nostra mente, per cui diventa più difficile vedere e prendersi cura di ciò che conta davvero; focalizzarsi sulle cose realmente importanti diventa quasi impossibile.

Il Bagua

“Comprendere che la casa è un corpo vivente”: così Karen Kingston introduce il capitolo sul Bagua del Feng Shui. Si tratta di uno schema simbolico che suddivide gli spazi della casa in 9 sezioni a cui corrispondono i diversi ambiti della vita:

  • ricchezza, prosperità, abbondanza
  • fama, rispettabilità, chiarezza
  • relazioni sociali, amore, matrimonio
  • famiglia, anziani, comunità
  • salute, unità
  • creatività, bambini, progetti
  • conoscenza, saggezza, crescita personale
  • carriera, vita, cammino
  • amici pronti ad aiutare, compassione, viaggi

Occorre individuare le varie sezioni all’interno della propria abitazione utilizzando una planimetria o un semplice disegno, in modo da poterci lavorare in modo mirato: per esempio, se ho l’impressione che la mia creatività sia bloccata e sia difficile elaborare nuovi progetti, potrò controllare l’area della casa corrispondente e verificare cosa contiene, cosa ho accumulato in quella zona e agire di conseguenza.

La Kingston affronta nel suo libro ogni categoria di accumulo, compresi gli oggetti ingombranti e quelli da collezione, le cianfrusaglie di carta e quelle digitali, e lo fa ponendo l’attenzione su ciò che questo percorso smuoverà dentro di noi.

Ovviamente il consiglio è di eliminare il superfluo in tutta la casa, riorganizzare gli spazi in modo che siano funzionali, facili da pulire e da riordinare. Solo così possiamo portare nuova energia vitale e benessere ogni area della vita.

Ci crediamo liberi, ma siamo prigionieri di case invadenti che ci abitano e ci rendono impotenti – Franco Battiato, La polvere del branco

Cambiare punto di vista e gestire la nostra casa in modo nuovo, prendendoci cura di essa per prenderci cura di noi, è una piccola grande rivoluzione che possiamo attuare per noi stessi.

Possiamo (ma oserei dire “dobbiamo”, perché lo dobbiamo alla parte più profonda di noi che chiede solo di essere ascoltata) sviluppare una nuova mentalità che ci aiuti a rivalutare l’eccessivo attaccamento alle cose per iniziare a vivere pienamente ciò che è davvero importante per noi (cose, persone, situazioni, sensazioni, emozioni).

Si impiega molta più energia a non fare le cose che ad affrontarle. So che sembra controintuitivo, ma non lo è. Rimandare, accumulare oggetti e decisioni da prendere, evitare di fare delle scelte… nulla ruba più energia come ciò di cui non vogliamo occuparci.

Liberarsi dal superfluo, fare spazio fuori e dentro di noi, sentirci più leggeri e ricominciare a respirare a pieni polmoni è possibile.

Se vuoi che ti aiuti a farlo, contattami. Sarà una gioia per me aiutarti a rifiorire.

 

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I 5 dubbi più comuni sul mio lavoro https://www.milenaguidotti.it/i-5-dubbi-piu-comuni-sul-mio-lavoro/ https://www.milenaguidotti.it/i-5-dubbi-piu-comuni-sul-mio-lavoro/#respond Thu, 04 Mar 2021 18:59:00 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=991 In ogni professione, specialmente quando ancora poco conosciuta, capita di ritrovarsi ad affrontare cliché e pregiudizi. La considero una fase normale e forse inevitabile dovuta a mille ragioni diverse.

Una comunicazione confusa sul web, programmi televisivi che tendono a stravolgere la realtà, libri di successo che creano modelli e riferimenti nell’immaginario collettivo: sono molte le motivazioni di credenze errate o quantomeno distorte in merito al professional organizer.

Quelle che seguono sono alcune delle più comuni domande o osservazioni di clienti (acquisiti o potenziali) che giustamente desiderano saperne di più, per capire meglio a cosa andranno incontro quando lavoreremo insieme.

#1 Ma mi butti via tutto?

Assolutamente no. Ogni professional organizer che si occupa di organizzazione degli spazi ti proporrà di iniziare dal decluttering, cioè eliminare il superfluo. Sarà il primo passo di un percorso di alleggerimento e riorganizzazione funzionale della casa, ma cosa e quanto eliminare sarà sempre una tua decisione.

Il mio compito è quello di darti delle linee guida, di insegnarti a comprendere se ha senso che un determinato oggetto faccia ancora parte della tua vita oppure no e di sostenerti per poter fare tu una scelta consapevole.

#2 Fai il lavoro di Marie Kondo?

Marie Kondo è una consulente di riordino (se te lo stai chiedendo: sì, c’è molta differenza con il professional organizer, che è un consulente di organizzazione personale e ha competenze più vaste) e ha ideato il metodo KonMari. Il suo enorme successo ha avuto inizio con l’uscita del suo primo libro Il magico potere del riordino, diventato un bestseller internazionale. In seguito sono arrivati il canale YouTube, i seminari in giro per il mondo, un secondo libro, la serie Netflix e il merchandising.

Personalmente applico solo in parte il suo metodo, che (non me ne vogliano i suoi fan) trovo un po’ rigido. Lei però mi sta molto simpatica e adoro il suo motto “it’s about choosing joy”: si tratta di scegliere la gioia, che nello specifico significa tenere con noi ciò che ci piace, ci fa stare bene e ha una buona energia.

#3 Voglio una casa instagrammabile

Instagram e Pinterest sono due canali molto utilizzati per trovare ispirazioni. Se cerchi spunti per arredare, decorare, avere nuove idee per i tuoi progetti, sono i social giusti. Li trovo fantastici, se utilizzati come strumenti utili a darci delle indicazioni; quando invece diventano modelli di perfezionismo da copiare, resto perplessa.

Se è vero che spesso, durante le mie consulenze, mostro fotografie tratte da questi due social per chiarire un concetto, capire meglio cosa piace al cliente o fornire un’ispirazione, è altrettanto vero che ognuno dovrebbe scegliere cosa è buono per sé, adattando quell’ispirazione ai propri spazi, gusti, budget, stile di vita.

Il concetto di “instagrammabile”, inteso come esteticamente impeccabile, rischia di creare troppe aspettative, se non addirittura ansia, ed è difficile da mantenere nel tempo. Una casa organizzata è anche bella, ma lascerei il concetto di perfezione alle riviste patinate: la casa va vissuta, non è un museo.

#4 Ordine e organizzazione limitano la creatività

Secondo me è proprio il contrario, ma vorrei chiarire subito una cosa: chi vive bene nel suo disordine e nella sua disorganizzazione deve poter continuare a farlo. Nessuno deve sentirsi forzato a cambiare se non ne sente il bisogno.

Quando però ci si accorge che un sovraccarico (di oggetti, di impegni, di stress) ci sta costringendo a vivere una vita troppo piena e pesante o quando non si riesce più a distinguere le priorità e a riposare adeguatamente, ecco che il professional organizer può aiutare.

Man mano che si avvicina all’obiettivo il cliente si sente più in pace, sollevato e fiducioso. È proprio quando tutto ha recuperato un senso e la mente è più leggera che le energie e la creatività fluiscono liberamente.

#5 Mi starai giudicando

Capita spesso che i clienti, soprattutto in fase di sopralluogo, esordiscano con “sono proprio un disastro”, “che vergogna farti vedere questo disordine”, “che imbarazzo, chissà cosa penserai”. E’ normale che possano sentirsi a disagio, anche se non ce ne sarebbe proprio motivo.

Il giudizio è una cosa che mi appartiene poco per natura. Ho scelto questa professione per aiutare le persone a risolvere una situazione personale e serve molta empatia per farlo bene. Non c’è giudizio, quindi, ma comprensione. E ammirazione, perché nel momento in cui hanno deciso di contattarmi hanno preso una decisone non sempre facile: occuparsi di sé.

Welcome!

Quando entro nelle case dei miei clienti, loro danno il benvenuto a me, ma in qualche modo anche io lo do a loro: un benvenuto caloroso nel meraviglioso mondo del professional organizing. Senza preconcetti, senza giudizio e con tanta voglia di vederli sorridere soddisfatti, alla fine del percorso.

Anche tu avevi le stesse perplessità? Questo articolo è stato utile a chiarire i tuoi dubbi? O forse ne hai altri? Scrivimelo nei commenti!

 

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Less is more: la semplicità come stile di vita https://www.milenaguidotti.it/less-is-more-la-semplicita-come-stile-di-vita/ https://www.milenaguidotti.it/less-is-more-la-semplicita-come-stile-di-vita/#comments Thu, 04 Feb 2021 17:00:20 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=973 Dal design alla grafica, dall’architettura alla cucina, dall’arredamento alla scrittura: la regola del Less is more è applicata in tantissimi contesti diversi.

L’espressione viene attribuita da molti all’architetto e designer tedesco Ludwig Mies van der Rohe, da qualcun altro all’architetto per cui van der Rohe lavorò, Peter Behrens, per altri risale addirittura al 1800. Qualunque sia la fonte più corretta, Less is more (letteralmente “meno è di più”) è un esplicito richiamo alla semplicità, all’essenzialità, alla leggerezza.

Una scelta di vita

In questo articolo ti ho parlato di Ryan e Joshua, The Minimalists, e di come abbiano provato sulla loro pelle cosa significa passare da una vita piena di roba inutile ad una più semplice e consapevole in cui ogni cosa è valorizzata.

Iniziando dagli oggetti presenti nelle loro case, un po’ alla volta hanno ribaltato il loro stile di vita, perché eliminare fisicamente qualcosa (soprammobili, vestiti, utensili) può essere il primo passo di un processo più ampio.

Vediamo qualche esempio:

  • Meno oggetti, più spazio e tempo: avere meno oggetti significa impiegare meno tempo per pulizia e manutenzione. Lasciar andare ciò che è di troppo, con particolare attenzione al riuso e al riciclo, permette di avere più spazio libero e mente più leggera. Di solito, dopo aver fatto decluttering, ci sentiamo talmente bene che ci chiediamo perché non l’abbiamo fatto prima.
  • Meno utensili, più funzionalità: se possiedi cinque apribottiglie è probabile che non ne troverai nemmeno uno, al momento del bisogno; saranno in mezzo a mille altri attrezzi per la cucina e risulteranno praticamente invisibili.
  • Meno quantità, più qualità: ti è mai capitato di comprare l’ennesimo paio di jeans perché non ricordavi di averne altri tre simili? Ordine e organizzazione ti permettono di valorizzare ciò che hai già e di fare acquisti più consapevoli: metti attenzione alla qualità del tessuto, al paese d’origine, alla facilità di lavaggio e a tutti quei criteri personali che per te caratterizzano un buon acquisto. Tieni presente che cambiando abbinamenti e accessori ti sembrerà di avere molti più capi di quanti ne stai usando realmente.
  • Meno spese inutili, più soldi: se ricordi di avere una cosa, sai esattamente dove trovarla, ti piace ed è in ottime condizioni non la ricompri, giusto? In questo modo eviti di sprecare denaro che potrai utilizzare per bisogni reali e attività piacevoli.
  • Meno distrazioni, più focus: uh, questa è difficile! Per fortuna ci sono metodi e accorgimenti che ti possono aiutare. Puoi disattivare le notifiche dei social e togliere la suoneria del cellulare quando fai cose che richiedono la tua massima attenzione o quando prendi del tempo per te. Puoi stabilire con la tua famiglia un calendario delle attività che preveda spazi di condivisione e momenti in cui è vietato disturbarti, a meno che stia andando a fuoco la casa. Puoi lavorare per blocchi di tempo prestabiliti alternando lavoro e pause rigeneranti, premiandoti con piccole ricompense quando raggiungi un obiettivo.
  • Meno impegni, più tempo per te: a volte ci sovraccarichiamo di impegni perché non sappiamo dire di no, ma questo non fa altro che aumentare lo stress e togliere qualità ed efficacia a ciò che vogliamo o dobbiamo fare davvero: ne vale la pena? Oppure l’agenda è piena semplicemente perché non abbiamo chiare le nostre priorità e pretendiamo di fare tutto. Forse è necessaria un po’ di selezione. E poi ricorda che c’è sempre la parola magica: delega! Non sempre è possibile, ma a volte è solo la nostra mania di controllo a non permetterci di delegare ad altri qualche faccenda.
  • Meno social, più relazioni: i social possono essere utili, informarci, divertirci, ma il rischio di diventarne dipendenti è davvero molto alto (e il documentario The Social Dilemma lo spiega benissimo). Esistono delle applicazioni che permettono di monitorare quanto tempo passiamo sui social e di solito siamo increduli, davanti al risultato: esserne consapevoli è un buon punto di partenza per diminuirne l’utilizzo e valorizzare maggiormente le relazioni umane.
  • Meno chiacchiere, più ascolto: spesso pensiamo di dover parlare per forza o di dover dare consigli anche quando non richiesti. Parlare meno e mettersi in ascolto dell’altro è un dono prezioso, sia per chi lo fa che per chi lo riceve.
  • Meno stress, più qualità della vita: se le giornate sono meno faticose e dispersive, la soddisfazione e l’efficacia di ciò che facciamo aumenta; il tempo dedicato al relax è più rigenerante e la qualità del sonno migliora sensibilmente.

Adottare una filosofia più minimalista, scegliendo con cura cosa (e chi) vogliamo o non vogliamo nella nostra vita, all’inizio potrebbe non essere facile. Considera però che uno degli effetti più profondi dell’organizzazione personale è che si acquisiscono autostima e fiducia in sé stessi, dando il via ad un circolo virtuoso.

Quanto è “meno”?

Meno cose, meno distrazioni, meno impegni. Ma cosa significa? Quanto è “meno”?

Non c’è una formula uguale per tutti: è solo osservandosi e sperimentando che ognuno trova il proprio punto di equilibrio. Perché Less is more è essenzialità, ma deve corrispondere alla misura che tu dai all’essenziale. Togli tutto ciò che non ti serve o che ti provoca sensazioni fastidiose e vai dritta al punto: conserva e valorizza ciò che è utile, ti piace e fa bene agli occhi, al cuore, allo spirito.

Non hai bisogno di tante cose: hai bisogno di cose che ti facciano stare bene. Non hai bisogno di riempire l’agenda con tanti impegni, ma di un tempo ben organizzato e di spazi vuoti per nutrire la tua anima e per riposare. Non hai bisogno di approvazione esterna, hai bisogno di fare le cose con cura e sentirti più appagata.

L’eccezione alla regola

Come ogni regola che si rispetti, anche questa ha le sue eccezioni. Mi viene in mente Iris Apfel: sarebbe la stessa senza la sua strabordante personalità, gli occhiali fuori misura e la quantità impressionante di accessori? Pensa che il suo motto è “more is more and less is a bore”. Nel suo caso, come si fa a darle torto?

 

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The Minimalists: vivere meglio con meno https://www.milenaguidotti.it/the-minimalists-vivere-meglio-con-meno/ https://www.milenaguidotti.it/the-minimalists-vivere-meglio-con-meno/#respond Mon, 04 Jan 2021 19:07:05 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=959 Qualche giorno fa ho visto su Netflix due documentari interessanti: Minimalism: a documentary about the important things e The minimalists: less is now. Entrambi raccontano, completandosi a vicenda, la storia di Ryan Nicodemus e Joshua Fields Millburn, due amici di Dayton, Ohio, che ad un certo punto della loro vita affrontano un cambiamento importante adottando uno stile di vita minimalista.

La storia di Ryan e Joshua

Ryan e Joshua, amici fin dalle elementari, hanno una storia simile: il divorzio difficile e doloroso dei genitori, madri con problemi di dipendenze (una dall’alcol, l’altra dalla droga), infanzia e adolescenza vissute in estrema povertà.

Proprio per riscattarsi da questa condizione, entrambi promettono a sé stessi che da adulti avrebbero avuto una vita diversa. E ci riescono! Lavorano per un’importante azienda, fanno carriera velocemente, guadagnano moltissimo, comprano case, auto e vestiti costosi. Hanno successo, si direbbe.

Ma è un successo di facciata e ben presto si rendono conto di essere estremamente infelici.

A 27 anni avevo auto di lusso, abiti firmati, una grande casa con più bagni che abitanti. Vivevo il sogno americano, ma non era il mio sogno – Joshua Fields Millburn

Mi interessava solo avere una promozione, una casa migliore, un’auto migliore, una paga più alta per poter spendere più soldi, ma per fare tutto ciò dovevo vendere cellulari a bambini di cinque anni. Cosa diavolo stavo facendo? – Ryan Nicodemus

Ryan e Joshua non sono accumulatori seriali, ma sono comunque pieni di oggetti inutili e che non desiderano davvero. Posseggono cose di valore che non aggiungono nessun valore alle loro vite. Si sentono appesantiti e frustrati: lavorano 70/80 ore a settimana, guadagnano moltissimo solo per spendere sempre di più nel tentativo di trovare la felicità.

Il punto di svolta

Quando, nel giro di un mese, John si separa dalla moglie e la madre muore per un tumore ai polmoni, il mondo sembra crollargli addosso. Si accorge di aver buttato via tempo prezioso, di essersi anestetizzato in uno stile di vita che non riconosce come suo. Inizia così ad avvicinarsi al minimalismo, inteso come liberazione dal superfluo per dare valore a ciò che conta davvero.

Ora ogni oggetto ha uno scopo o mi dà gioia. Sono io che giudico se una cosa aggiunge valore alla mia vita o meno; se non lo fa, devo essere disposto a lasciarla andare – Joshua Fields Millburn

Ryan, che “riempie il vuoto interiore comprando oggetti” esattamente come l’amico, viene contagiato da questo nuovo modo di vivere di Joshua. Per entrambi inizia una vita completamente diversa. Lasciano il lavoro, aprono un blog, scrivono un libro e cominciano a girare gli stati Uniti tenendo incontri e conferenze per diffondere il loro messaggio minimalista.

Immaginate una vita con meno: meno oggetti, meno disordine, meno spese, meno stress e meno insoddisfazione. Una vita con meno cose, piena di passioni e priva di quegli orpelli del mondo caotico che vi circonda è una vita più intenzionale, più autentica – Ryan Nicodemus

Il blog cresce, scrivono altri libri, creano un podcast, partecipano a due TedTalk (qui quello del 2014 e qui quello del 2016) e girano i due documentari. Sentono di aver trovato un senso, di fare qualcosa che non solo fa stare bene loro, ma può migliorare le vite degli altri.

Entrambi i documentari affrontano, sotto molti punti di vista, temi come la corsa al consumismo sfrenato, i danni del marketing senza scrupoli e dei comportamenti automatici e abitudinari di cui non ci rendiamo più nemmeno conto. Lo fanno proponendo numerosi contributi di scrittori, autori, psicologi, architetti ed interventi di persone comuni che hanno seguito l’esempio di Ryan e Joshua.

Nonostante parlino soprattutto ad un pubblico americano, forse più ingenuo e consumistico di quello italiano, sono convinta che i concetti dei due documentari siano utili anche a noi, perché spesso i nostri stili di vita sono pericolosamente simili.

La cosa interessante è che non c’è giudizio, c’è spiegazione. Non c’è estremismo nella scelta di Ryan e Joshua, c’è consapevolezza. Nelle loro storie ci sono nuovi valori, umiltà e voglia di vivere una vita più autentica.

Imparare a lasciar andare

C’è una bella differenza fra possedere degli oggetti ed essere posseduti da essi, fra vivere intenzionalmente e vivere trascinati dagli eventi. Perché il punto non è buttare via tutto, il punto è imparare a riconoscere cosa fa bene alla nostra vita e cosa no. È imparare a lasciar andare, quando è il caso. È semplificare, riorganizzare spazi e tempi per eliminare le fonti di stress che non hanno motivo di esistere.

E capire che abbiamo un margine di scelta maggiore di quanto crediamo.

 

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Il potere trasformativo delle liste https://www.milenaguidotti.it/il-potere-trasformativo-delle-liste/ https://www.milenaguidotti.it/il-potere-trasformativo-delle-liste/#respond Fri, 18 Dec 2020 16:00:52 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=944 Imparare l’arte delle liste dona un superpotere al quale tutti possiamo accedere: la chiarezza mentale. Quando abbiamo chiaro cosa dobbiamo fare, cosa vogliamo e cosa non vogliamo, procediamo nella vita con più serenità e fiducia.

Il mio approccio con le liste

È stato grazie a Dominique Loreau, giornalista e saggista francese, e al suo libro “L’arte delle liste” che ho iniziato a percepire la forza di questo strumento.

Avevo già una “to-do list” generica in cui annotavo indistintamente le varie cose da ricordare, ed era utilissima. Mentre leggevo il libro, però, è risultato chiaro che ne stavo limitando le potenzialità e che se avessi organizzato quel semplice elenco in modo diverso, avrei ottenuto molto di più.

Così ho cominciato a elaborare il mio sistema personale. All’inizio le liste erano solo tre:

  • Lista delle cose da fare il giorno dopo, oltre agli impegni già fissati in agenda
  • Lista delle cose da fare in settimana
  • Lista delle cose da comprare, al di là della classica lista della spesa

Prendendo confidenza con il metodo le liste aumentavano, diventando sempre più sensate e precise. La mia confusione mentale diminuiva e facevo esperienza di ciò che Dominique Loreau afferma: le liste aiutano a semplificare, a organizzare, e a conoscere meglio se stessi.

Perché scrivere qualcosa aiuta a ricordarlo, ma c’è di più.

L’atto stesso di scrivere svuota la mente, trasferendo i pensieri da dentro a fuori di noi. Creare un sistema di liste ci permette di vedere (letteralmente) i nostri pensieri, le nostre intenzioni e i nostri desideri. Consente di alleggerirci e di chiarire i nostri stati d’animo. Ci obbliga ad andare in profondità, mettere a fuoco, capire cosa vogliamo davvero e sintetizzare. Tutto questo è trasformativo, perché unisce consapevolezza e utilità.

Faticoso? Mh, potrebbe. Giusto un po’, all’inizio. Ma non è molto più faticoso continuare a vivere nella confusione?

Da dove iniziare

Per prima cosa, fai un brain dump. Butta giù tutto ciò che ti viene in mente, senza pensarci troppo; ci sarà tempo per cancellare e riorganizzare. In questa prima fase occupati solo di liberare i pensieri e scrivi senza filtri.

In un secondo momento, a mente fresca, rileggi tutto, elimina quanto non necessario e copia il resto in liste diverse. Naturalmente le possibilità sono infinite, sarai tu a trovare le categorie utili per te e quelle che ti corrispondono di più. Scegli un quaderno dedicato e una bella penna, trova un angolino tranquillo della casa in cui sentirti a tuo agio, accendi una candela profumata e fatti ispirare dalla sua fiamma, che dona allo stesso tempo serenità e vigore.

Giusto per darti un’idea, ecco alcuni esempi possibili:

  • Lista dei film da vedere
  • Lista dei libri da leggere
  • Lista dei podcast da ascoltare
  • Lista delle ricette preferite
  • Lista delle ricette da provare
  • Lista dei luoghi che vuoi visitare
  • Lista dei ristoranti che ami
  • Lista dei regali fatti e ricevuti
  • Lista delle pulizie settimanali – mensili – annuali
  • Lista di domande da fare prima di comprare casa
  • Lista delle cose da eliminare prima di un trasloco
  • Lista delle cose da fare e da acquistare prima della nascita di un bimbo
  • Lista di cose da fare quando ti avanza mezz’ora (sì, può succedere!)

Ma anche liste più introspettive:

  • Lista dei ricordi felici (da rileggere soprattutto quando sei un po’ sottotono)
  • Lista dei complimenti ricevuti (a me serve tantissimo, per ricordare a me stessa il mio valore e i punti di forza che tendo a dimenticare)
  • Lista delle situazioni che non voglio più accettare (eh…)

E’ il momento ideale

Ogni momento è buono per iniziare a sperimentare il metodo delle liste, ma potresti approfittarne ora che ci avviciniamo alla fine dell’anno (e che anno!). È il momento di passaggio per eccellenza, simbolicamente potentissimo. Prenditi un po’ di tempo e dedicalo a questa particolare forma di scrittura, potresti innamorartene come è successo a me.

Ricorda che puoi regalare (o regalarti) una mia consulenza online di due ore sull’arte delle liste (scrivimi qui per avere più informazioni). Ti invierò il buono regalo via e-mail, così che tu possa stamparlo e consegnarlo a chi vuoi, oppure recapitarlo direttamente all’indirizzo e-mail del destinatario.

Che cosa ne ricaviamo? Una maggior lucidità, meno preoccupazioni nella vita di tutti i giorni e un arricchimento immenso a tutti i livelli – Dominique Loreau

Buone feste di cuore a te e alla te stessa che emergerà mentre compilerai le tue liste.

 

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Idee regalo per un Natale sostenibile https://www.milenaguidotti.it/idee-regalo-per-un-natale-sostenibile/ https://www.milenaguidotti.it/idee-regalo-per-un-natale-sostenibile/#respond Fri, 04 Dec 2020 11:00:25 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=931 Dicembre: festeggiamenti, regali, bilanci e progetti. E tante videochiamate.

Il 2020 ci sfida fino alla fine, facendoci affrontare situazioni a cui non siamo abituati. Purtroppo il Covid non sente scuse e gli importa poco della nostra voglia di riunirci a festeggiare con amici e parenti: lui di vacanze non ne fa.

In attesa di tempi migliori, possiamo trarre il meglio da quelli che stiamo vivendo prendendoci cura di noi e degli altri, anche a distanza.

Regali che fanno la differenza, parte seconda

Come ti avevo promesso nell’ultimo articolo, che ti suggerisco di leggere prima di proseguire, ho raccolto qualche altra idea per regali di significato, etici e sostenibili: artigianalità, creatività e cose belle che fanno bene a noi e al pianeta.

PilipiliAccessori: Melania produce articoli zerowaste bellissimi in tessuti biologici: dischetti struccanti, fazzoletti, assorbenti, panni ecologici multiuso, borse porta pranzo, tutti lavabili e riutilizzabili.

Ethical Grace: prodotti cosmetici fatti a mano in Italia con il solo utilizzo di ingredienti naturali, confezionati con carta riciclata e altri materiali ecosostenibili. Alcuni prodotti possono persino essere appesi all’albero! Dai un’occhiata anche al loro profilo Instagram, ci sono foto stupende.

BalanceBox: scegliendo una Balance Box regali tisane, candele, smudge stick, cristalli e l’accesso a percorsi online di meditazione, yoga, scrittura creativa, life coaching e tanto altro. Non possiamo viaggiare fuori, nel mondo fisico, ma possiamo farlo qui, dentro di noi.

Anima Libera: Ilaria ha realizzato delle bellissime carte d’ispirazione per aiutarci ad allenare intuito e creatività, utilizzando inchiostri a base d’acqua e materie prime dal basso impatto ambientale o provenienti da foreste gestite in maniera responsabile. Insieme alle carte si riceve un link per scaricare il manuale che ti insegna ad utilizzarle.

Treedom: tu scegli l’albero che preferisci (ci sono quelli dell’ottimismo e quelli dell’energia, quelli della creatività e quelli della fortuna, quelli dei segni zodiacali e quelli di cani e gatti…) e un contadino da qualche parte del mondo lo pianta e se ne prende cura. I frutti dell’albero resteranno a lui, che potrà usarli come risorsa alimentare o come sostegno al proprio reddito, e il destinatario del regalo potrà seguire la crescita dell’albero da una pagina online dedicata, sapendo di aver contribuito anche a rendere più verde il pianeta.

Ecobnb: sappiamo bene quanto il turismo stia soffrendo le conseguenze di questo periodo, ma appena sarà possibile riprendere a viaggiare, chi ci fermerà più? Simone dà la possibilità di regalare una gift card personalizzabile valida 12 mesi da utilizzare per un soggiorno in località uniche ed eco-friendly in tutta Europa (io ho già messo nella mia lista dei desideri la casa sull’albero e il faro in mezzo al mare!).

Picnic Chic: Antonietta e il suo staff organizzano picnic e degustazioni con prodotti di qualità e a chilometro zero in splendide location italiane. Ma non solo: cene in vigna, cooking class, giri in barca o a cavallo. Il buono regalo vale un anno e dona la promessa di una meravigliosa esperienza all’aria aperta.

E poi ci sono le tessere del Fai, i regali solidali del Cesvi e le adozioni a distanza con WeWorld.

Non dimenticare di occuparti di te

Sul mio profilo Pinterest ho aggiunto una raccolta di ricette natalizie (perché anche se non potremo fare grandi pranzi, è sempre un giorno di festa!) e una che suggerisce come fare pacchetti regalo originali e creativi: ecco, fanne uno anche per te. Scegli qualcosa che desideri da tempo e confeziona il tuo regalo con cura. Divertiti, mentre lo fai. Mettilo sotto l’albero. Il giorno di Natale aprilo con delicatezza e meravigliati come se non ne conoscessi il contenuto.

Ora rilassati e goditi il weekend. Se vuoi, puoi tenere in sottofondo la mia playlist che ho arricchito con qualche altra canzone. Lo farò anche io: in questi giorni ci occuperemo delle decorazioni e probabilmente cucinerò un dolce.

Sto già preparando il cuore alla bellezza della luce calda dell’albero e al profumo di burro che arriva dal forno.

 

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