libri – Milena Guidotti https://www.milenaguidotti.it Professional Organizer Tue, 15 Feb 2022 12:12:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 Hygge: come predisporsi a momenti di serenità https://www.milenaguidotti.it/hygge-come-predisporsi-a-momenti-di-serenita/ https://www.milenaguidotti.it/hygge-come-predisporsi-a-momenti-di-serenita/#respond Fri, 04 Feb 2022 17:46:15 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1152 Nel 2016 l’attrice danese Marie Tourell Søderberg scrive un libro semplice e molto curato, quasi poetico. Il titolo originale recita “Hygge, l’arte danese della felicità” e a me, devo dire, quel titolo piaceva moltissimo. Tradotto in Italia come “Il metodo danese per vivere felici” mi pare abbia perso un pochino di magia, ma in entrambi i casi il titolo crea molte aspettative.

Cosa è l’hygge?

Nella sua introduzione, la Søderberg definisce l’hygge come “l’attitudine a trovare la felicità nelle piccole cose di ogni giorno”. E in questo devono essere proprio bravi, i danesi, visto che per anni hanno detenuto il primato nella classifica dei paesi più felici del mondo (attualmente la Danimarca è al terzo posto dopo Finlandia e Islanda).

Ecco cosa si legge fra le motivazioni dell’ambito riconoscimento: ”per l’attenzione a una vita sostenibile (utilizzo delle rinnovabili) e il perfetto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata”.

Perfetto equilibrio.

In un mondo frenetico e competitivo come quello attuale, diventa necessario “passare del tempo hyggelig in famiglia e con gli amici, e momenti hyggelig con me stessa in una casa hyggelig”, scrive l’autrice. Ma come favorire questi momenti così speciali?

L’hygge è difficilmente traducibile, più che una parola è un concetto: è intimità, è introspezione, è atmosfera, è cura e attenzione. È capacità di creare ambienti che predispongano alla serenità.

Va da sé che una casa hyggelig sia una casa libera dal caos e ben organizzata. È una casa che accoglie e che dona un senso di appartenenza. Che scalda, conforta e protegge chi la abita.

Suggerimenti per una casa hygge

Christina B. Kjeldsen, editor e autrice di libri sull’arredamento, illustra nel libro i concetti chiave per ogni area della casa; qui ho voluto integrarli con qualche mia riflessione:

  • Ingresso: non è considerato una vera e propria stanza; a volte è un corridoio, mentre altre l’entrata dell’appartamento porta direttamente in soggiorno. Eppure l’ingresso è la prima cosa che vediamo rientrando e la prima cosa che vedono i nostri ospiti; dovrebbe essere un caldo abbraccio che ci accoglie e non solo un veloce passaggio da dimenticare in fretta. Per questo è importante che resti ordinato, pulito e che non crei confusione alla vista o impaccio nei movimenti. Soluzioni funzionali per cappotti e scarpe, una mensola e un’adeguata illuminazione sono l’ideale per quest’area. L’aggiunta di una pianta ben curata renderà tutto ancora più armonioso.
  • Cucina: l’hygge segue i piaceri e gli interessi di chi la abita. Se cucinare è una tua passione, questa stanza della casa sarà, a maggior ragione, molto speciale. Utilizza stoviglie ed utensili funzionali e belli, comodi da usare e mai in quantità esagerate. Non è hygge una cucina troppo pulita e asettica, ma non è hygge nemmeno la confusione totale e l’ammasso di oggetti senza senso. Cerca di darle una personalità, con equilibrio, cercando di unire con gusto materiali, colori e stile. Tessuti naturali, piantine aromatiche e alimenti di buona qualità: la cucina diventa nutrimento per corpo, anima e mente.
  • Soggiorno: nell’ottica hygge scandinava la scelta dei materiali è fondamentale. Legno, ceramica e fibre naturali, insieme ad una luce calda e a delle candele, sono d’obbligo per un soggiorno che ci trasmetta accoglienza e calore. Divani comodi, poltrone per la lettura, lampade che fanno atmosfera, tavole da apparecchiare con cura per accogliere famigliari ed amici, tutto è predisposto all’insegna della condivisione di momenti preziosi.
  • Bagno: è la stanza che più di ogni altra invita a concedersi un momento per la cura di sé. Anche qui, pulizia e semplicità sono la ricetta giusta per un’atmosfera hygge: mobili e mensole in legno, cesto di vimini per il bucato, tessuti chiari, luce calda, morbidi asciugamani, piante adatte ad ambienti umidi. Doccia o vasca poco importa: l’importante è creare dei rituali di benessere in cui ritrovare una pace profonda.
  • Camera da letto: è la stanza più intima della casa, quella in cui ci lasciamo andare, ci riposiamo, ci ricarichiamo, ci spogliamo, in senso figurato e letterale. Dovrebbe essere un nido confortevole in cui riposare e coccolarci: un materasso comodo, biancheria da letto di qualità, un armadio ben organizzato, un buon libro sul comodino, colori che favoriscano il relax e poche decorazioni ben scelte. Sarebbe bene acquisire buone abitudini come bere una tisana rilassante poco prima di dormire e acquisire una routine del sonno adatta al nostro cronotipo.

No, non serve stravolgere completamente la casa per renderla più hyggelig; possiamo però considerare l’hygge come una bussola che ci fa mantenere la rotta verso lo stile di vita che desideriamo.

Vuoi prenderti cura di te, del tuo tempo e della tua casa? Ti aspetto qui.

 

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Solo bagaglio a mano: viaggiare leggeri nel viaggio della vita https://www.milenaguidotti.it/solo-bagaglio-a-mano-viaggiare-leggeri-nel-viaggio-della-vita/ https://www.milenaguidotti.it/solo-bagaglio-a-mano-viaggiare-leggeri-nel-viaggio-della-vita/#respond Tue, 04 Jan 2022 17:56:15 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1138 All’inizio della mia carriera come professional organizer mi sono iscritta ad APOI, la nostra associazione professionale, e lo scorso ottobre sono diventata socio senior.

Per passare da junior a senior sono necessari dei prerequisiti (per esempio avere un sito internet) e si deve sostenere un esame che prevede la relazione di un certo numero di consulenze fatte, recensioni positive da parte dei clienti e formazione specifica, ossia la lettura di alcuni dei libri presenti nella bibliografia consigliata dall’associazione.

Uno dei libri che ho scelto è Solo bagaglio a mano di Gabriele Romagnoli.

La leggerezza come stile di vita

Il titolo mi incuriosiva: per quanto non mi capiti spesso, l’idea di viaggiare leggera con solo uno zaino in spalla mi attira da matti. Inoltre, quale migliore metafora per chi, come me, desidera uno stile di vita sempre più armonioso e consapevole.

E infatti il libro è, fra le altre cose, un invito a vivere secondo il principio del less is more, un motto preso in prestito dall’architettura e traslato su ogni ambito della vita, senza per questo predicare il minimalismo ad ogni costo. Si tratta, in buona sostanza, di racconti, pensieri e riflessioni che portano ad più profonda consapevolezza di sé.

Ma partiamo dall’inizio: Romagnoli legge sul Financial Times dello strano servizio di una società sudcoreana che inscena il tuo finto funerale, nella speranza di risvegliare le coscienze dei “defunti”. L’idea è che, nel paese con il record mondiale più triste (quello del più alto numero di suicidi), vivere quell’ultimo momento in piena coscienza scoraggi dal voler mettere fine alla propria vita.

Incuriosito, prende un aereo per Seoul e si sottopone all’insolito rituale: vuole sperimentare cosa si prova, scoprire quali rivelazioni emergano dalla sensazione della fine e capire se la rinascita possa portare ad una maggiore consapevolezza.

All’arrivo viene preparato per il funerale e gli viene chiesto di fare testamento. Ha solo carta, penna e mezz’ora di tempo in cui deve disporre dei suoi beni materiali e rivolgere le ultime parole alle persone più care. Pare che questo, per molte delle cinquantamila persone prima di lui, sia stato un esercizio rivelatorio: ci si rende conto dell’importanza delle relazioni, del tempo sprecato, di cosa si è saputo o non saputo costruire.

Indossata una vestaglia bianca senza tasche “perché senza nulla sei venuto e senza nulla te ne andrai”, si sdraia nella bara: stretta, scomoda, fredda. La chiudono con dei chiodi e una manciata di terra viene gettata sul coperchio. Poi, più nulla. Buio. Silenzio totale.

Dentro la bara Romagnoli si lascia andare a riflessioni, intuizioni e scoperte su di sé e sul mondo che difficilmente avrebbe potuto percepire in modo così vivo e viscerale senza quella esperienza. È qui che l’autore inizia a raccontare quello che ha pensato e imparato nei minuti successivi, mentre era morto.

Liberarsi dei fardelli pesanti

Primo, viaggiare leggeri. Solo bagaglio a mano, appunto. Liberarsi di tutto ciò che è inutile, prima di tutto le certezze pesanti e definitive, granitiche e assolute, che non permettono di sperimentare cose nuove, opinioni diverse, tempi ed emozioni differenti.

Se decidi di viaggiare leggero ti devi dare delle regole e le regole non complicano la vita, semmai l’opposto

Romagnoli fa un bel parallelismo fra vestiti e rapporti della vita: meglio viaggiare leggeri, scegliere quelli che davvero ti piacciono e ti stanno bene. In una valigia piccola si seleziona quel che si vuole veramente.

Il bagaglio ideale contiene solo ciò che è davvero importante, che siano cose, emozioni o ricordi. E’, di nuovo, metafora della vita, della casa, della persona che vuoi avere accanto. Noi stessi non dobbiamo diventare pesanti zavorre che bloccano le vite e le energie di altri. L’autore ci invita quindi ad un viaggio dentro di noi, che sia di scoperta e di rimozione di pesanti aspettative, di problemi irrisolti, di passati ingombranti.

Lost is found

Dal racconto della storia di Glauco, imprenditore che ha perso tutto prima di ritrovare se stesso, emerge chiaramente quanto tutti noi abbiamo paura di perdere e di perderci. Eppure, perdere è un’occasione. “Quando sembra finita, ricomincia”.

Si ha paura di lasciar andare perché si teme il futuro. Si teme di dimenticare, di perdere i nostri punti fermi. E invece la morale è proprio questa: avere fiducia nelle nuove possibilità. 

Più accumuliamo, meno abbiamo veramente. Crediamo sia una ricchezza, invece è un impoverimento

Come professional organizer mi occupo di cambiamenti e so bene che il trasloco è uno dei più temuti e stressanti. Studi recenti lo definiscono il peggior trauma dopo lutto, licenziamento e separazione. Ma quando le persone riescono a vivere le proprie emozioni, anche se spaventano un po’, accolgono questa grande occasione: scelgono con attenzione e lasciano andare ciò che non fa più parte della loro vita. Eliminano con grade sollievo cose inutili che avevano persino dimenticato di avere e che rubavano spazio ed energie senza un valido motivo.

Perché abbiamo bisogno di sperimentare un trauma per liberarci? Eppure è quasi sempre così.

Il libro è un inno al cambiamento, che porta a scoprire e riscoprire lati sempre nuovi di noi stessi. Ad ogni tsumani della vita, chi sopravvive è cambiato per sempre; in meglio o in peggio, dipende da noi.

Nella storia di Nicholas Vreeland si coglie tutto il senso del less is more. Fotografo newyorkese di successo, mentre si trova fuori casa gli viene rubata tutta l’attrezzatura fotografica. È come si gli avessero rubato l’identità. “Perse ciò a cui teneva di più. E trovò sé stesso”: con i soldi dell’assicurazione vive per un po’ senza dover lavorare e segue la sua vocazione principale, quella spirituale. Dopo qualche tempo diventa un monaco buddista.

Anche Vreeland aveva un bagaglio pesante sulle spalle, ma evidentemente la vita aveva in serbo altri piani per lui. L’ha obbligato ad alleggerirsi portandogli via ciò che aveva di più caro (in ogni senso) ed è stato proprio in quel “meno” che ha trovato la sua realizzazione più profonda.

Prepararsi a vivere

Meno cose, meno amici, meno informazioni: Romagnoli ci invita a tornare alle cose importanti, a ritrovare l’essenziale e a valorizzarlo. A saper scegliere. A viaggiare leggeri nel meraviglioso viaggio che è la vita.

Ogni fine è un inizio. La bara viene riaperta. Lo scopo del gioco, gli viene detto, non è prepararsi a morire, ma a vivere.

 

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Döstädning: l’arte svedese di sistemare le proprie cose https://www.milenaguidotti.it/dostadning-larte-svedese-di-sistemare-le-proprie-cose/ https://www.milenaguidotti.it/dostadning-larte-svedese-di-sistemare-le-proprie-cose/#respond Sat, 04 Sep 2021 17:45:04 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1085 Un caso editoriale mondiale, un testo tradotto in 27 paesi. Un libro il cui titolo originale ci fa sobbalzare: le pulizie della morte.

L’arte svedese di mettere in ordine

“L’arte svedese di mettere in ordine” è un libro scorrevole, a tratti divertente, nel quale Margareta Magnusson, arzilla designer di Göteborg “fra gli ottanta e i cento anni”, rompe un tabù e ci dice senza mezze misure che organizzare le nostre cose prima del fatidico evento sarà un sollievo enorme per chi dovrà occuparsene quando noi non ci saremo più.

Ho voluto confrontare il titolo originale con le relative traduzioni in inglese e in italiano:

  • Döstädning: ingen sorglig historia (pulizie della morte, nessuna storia triste).
  • The gentle art of swedish death cleaning (la nobile arte delle pulizie della morte svedesi).
  • L’arte svedese di mettere in ordine, sistemare la propria vita per alleggerire quella degli altri.

Hai notato che nella traduzione italiana la parola “morte” non è menzionata? Non mi stupisce: la nostra cultura non ci prepara ad affrontare il lutto; la morte è una questione di cui nessuno vuole parlare e alla quale nessuno vuole pensare. Immagino quindi che la scelta editoriale della traduzione, a livello di strategia di marketing, abbia senso.

Ma l’autrice ci fa capire due cose: uno, che alleggerire la propria casa, conservando solo ciò che è utile e ciò che piace davvero è un atto d’amore verso sé stessi e verso gli altri (“lasciate che vi aiuti a far sì che i vostri cari serbino di voi un ricordo affettuoso, e non angosciante”); due, che possiamo sistemare le nostre cose in qualsiasi momento e proseguire la nostra vita con più leggerezza.

Mettere in ordine la tua casa, se puoi farlo, è una delle attività più confortanti che ci siano, e ha benefici incalcolabili – Leonard Cohen

La Magnusson racconta al lettore le sue esperienze personali. Alla morte della madre aveva dovuto sgombrare la grande casa dei genitori e aiutare il padre a trasferirsi altrove; successivamente si era occupata di quella della suocera; infine, la prova più difficile di tutte quando rimase vedova dell’amatissimo marito.

Oltre al dolore della perdita, ha dovuto affrontare la fatica di sistemare tutta la loro roba e traslocare in una casa più piccola. Si rendeva conto che, ora che il marito non c’era più e i figli abitavano altrove, restare da sola in una casa grande, con un giardino da curare e enormi spazi da pulire non aveva senso. Stava iniziando una nuova vita e per questo le serviva un posto più intimo, con meno ricordi e più facile da gestire.

Un po’ per volta aveva fatto un inventario, prendendo nota di cosa fare di ogni oggetto. Se decideva di non portarlo con sé nella nuova casa, scriveva delle istruzioni tipo “vendere”, “per la zia Ellen” o “dare in beneficienza”. Ricordando i commenti dei figli a proposito di oggetti che amavano particolarmente, li conservò per loro.

Riflettendo su ciò che aveva dovuto passare in quei momenti, decise di sistemare anche le sue cose, semplificando così la vita ai suoi cinque figli (“non importa quanto vi amino, non lasciate loro questo fardello”). Conservò solo ciò a cui dava valore, vendendo o donando il resto.

Suggerimenti pratici e consigli di buon senso

Il libro dà delle preziose indicazioni su come procedere, suggerendo di iniziare dalle categorie più semplici, di solito i vestiti e i libri (“una categoria è facile quando è ampia e non ha troppe associazioni affettive. È molto importante iniziare da qualcosa di facile, non voglio che vi arrendiate subito”). Consiglia anche di raccontare agli altri ciò che si sta facendo: forse gli amici si offriranno di aiutarci e prenderanno qualcosa che noi stiamo scartando.

L’autrice raccomanda di preparare delle istruzioni scritte che indichino cosa fare in futuro di ciò che si è scelto di tenere; possiamo anche inserire una nota dentro una scatola per spiegare cosa vorremmo fosse fatto del suo contenuto.

Fotografie, lettere e ricordi sono categorie da affrontare per ultime, visto che si tratta di oggetti ad alto carico emotivo. Mentre si sistema, si rievocano storie e ricordi. È sempre una fase delicata che come professional organizer conosco bene. Spesso i clienti si lasciano andare a piccole confidenze, si crea una connessione che non riesco a spiegare, a parole. È un momento magico, ma impegnativo. Affrontare queste categorie quando le altre sono già state sistemate sarà più facile.

Come affrontare l’argomento

Quando un nostro caro muore, è difficile mettere mano alle sue cose. Soffriamo per la perdita e ci sentiamo sopraffatti dalle decisioni da prendere: cosa fare degli oggetti che gli appartenevano? E dei documenti? Ci sono scadenze per pagamenti, volture o altre questioni burocratiche? In mancanza di un testamento, come capire quali erano le sue volontà? Come evitare le liti fra gli eredi?

Quando ho parlato nelle stories sui miei profili Instagram e Facebook dell’intenzione di scrivere questo articolo, chiedendo se il tema fosse di interesse, mi sono arrivati molti messaggi: “ricordo la fatica che hanno fatto mia mamma e mia zia a liberare la casa di nonna”, “mia mamma aveva conservato di tutto, ci abbiamo messo anni, a nessuno di noi andava di affrontare la cosa e continuavamo a rimandare”, “se solo ci avessimo pensato prima”.

Si può prevenire tutto questo?

Nel caso in cui sia l’erede a voler affrontare l’argomento, per esempio con i propri genitori, la Magnusson suggerisce di porre loro qualche domanda in modo delicato: “la vita per voi non sarebbe meno stancante se ci liberassimo di un po’ delle cose che avete raccolto negli anni?” o “c’è qualcosa che possiamo fare insieme, poco per volta, di modo che in seguito non ci saranno troppe cose di cui occuparsi?” Si potrebbe anche accennare che loro hanno oggetti che vi piacerebbe avere, forse è possibile averli adesso.

Alleggerire la nostra vita e quella degli altri è possibile. “Nessuna storia triste”.

 

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Come fare spazio in casa e nella vita https://www.milenaguidotti.it/come-fare-spazio-in-casa-e-nella-vita/ https://www.milenaguidotti.it/come-fare-spazio-in-casa-e-nella-vita/#comments Sun, 04 Jul 2021 09:11:10 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1071 Da ragazzina c’è stato un momento in cui volevo diventare arredatrice. Era il periodo in cui io e mia mamma giravamo per negozi cercando nuovi mobili per la mia camera da letto, che da stanza di bambina diventava rifugio di adolescente, con tanto di libreria, scrivania per i compiti e poster dei cantanti alle pareti. Ero rimasta affascinata da chi, con mano delicata e tratti veloci di matita (eh sì, erano gli anni ’80 e i progetti si immaginavano ancora su carta), aveva realizzato in un attimo il disegno di una stanza così diversa da prima, così “da grande” e tutta mia.

Con il tempo presi altre strade, ma ricordo quel momento come il primo in cui il mio interesse per gli ambienti della casa si sia manifestato. Molti anni dopo decoravo mobili, poi sono diventata Professional Organizer.

La casa come luogo dell’anima

È chiaro che c’è un filo conduttore che mi ha portato a sviluppare, seppure in modi diversi, il mio naturale interesse per la casa, per i suoi spazi e per i suoi significati. Casa come luogo intimo e personale, come potenziale fonte di benessere dell’anima.

Non mi ha sorpreso, quindi, l’aver divorato con grande interesse il libro di Karen Kingston “Clear your clutter with Feng Shui”. Si tratta di un testo pubblicato in Italia per la prima volta nel 1999 come “Libera la tua mente con il Feng Shui” e che per qualche motivo ad ogni riedizione ha cambiato titolo (“Via la polvere dalla casa e dalla mente” e “Feng Shui e Space Clearing, l’arte di fare spazio nella casa e nella vita”).

Ma facciamo un passo indietro: chi è Karen Kingston? E cosa significa Space Clearing?

Nata in Gran Bretagna, la Kingston ha vissuto per 20 anni a Bali, portando poi in occidente tutto il suo sapere sul Feng Shui e coniando l’espressione Space Clearing, che lei stessa definisce “l’arte di purificare e rivitalizzare le energie stagnanti presenti negli edifici”.

Lo Space Clearing è uno dei metodi più efficaci che il Feng Shui propone per aumentare il flusso di energia vitale in casa e sul luogo di lavoro; è un rito di 21 tappe attraverso il quale vengono liberate le energie bloccate all’interno delle stanze, sbloccando di fatto anche la vita di chi le abita.

Fra le cause principali di questi blocchi ci sono lo sporco e il clutter, termine inglese che indica l’accumulo, le cianfrusaglie, il superfluo e tutto ciò che ingombra. È di questo che la Kingston si occupa nel libro, suggerendo di dare un nuovo impulso alla nostra vita iniziando proprio dalla casa e dal decluttering.

È qualcosa di molto pratico che smuove e sblocca qualcosa di invisibile ai nostri occhi. Il principio di fondo è che mentre agiamo all’esterno, avvengono trasformazioni corrispondenti dentro di noi.

Tutto ciò che è inutile, che non ci piace, che fa disordine e ciò che è rimasto irrisolto o incompleto ha la conseguenza di renderci stanchi, pigri e privi di energie, offuscando la piacevolezza del vivere. Se nei nostri spazi c’è un accumulo di oggetti, pulire gli ambienti e trovare le cose diventa più faticoso: si innesca così un circolo vizioso di procrastinazione e malessere.

Anche se non sempre ne siamo consapevoli, il superfluo occupa spazio anche nella nostra mente, per cui diventa più difficile vedere e prendersi cura di ciò che conta davvero; focalizzarsi sulle cose realmente importanti diventa quasi impossibile.

Il Bagua

“Comprendere che la casa è un corpo vivente”: così Karen Kingston introduce il capitolo sul Bagua del Feng Shui. Si tratta di uno schema simbolico che suddivide gli spazi della casa in 9 sezioni a cui corrispondono i diversi ambiti della vita:

  • ricchezza, prosperità, abbondanza
  • fama, rispettabilità, chiarezza
  • relazioni sociali, amore, matrimonio
  • famiglia, anziani, comunità
  • salute, unità
  • creatività, bambini, progetti
  • conoscenza, saggezza, crescita personale
  • carriera, vita, cammino
  • amici pronti ad aiutare, compassione, viaggi

Occorre individuare le varie sezioni all’interno della propria abitazione utilizzando una planimetria o un semplice disegno, in modo da poterci lavorare in modo mirato: per esempio, se ho l’impressione che la mia creatività sia bloccata e sia difficile elaborare nuovi progetti, potrò controllare l’area della casa corrispondente e verificare cosa contiene, cosa ho accumulato in quella zona e agire di conseguenza.

La Kingston affronta nel suo libro ogni categoria di accumulo, compresi gli oggetti ingombranti e quelli da collezione, le cianfrusaglie di carta e quelle digitali, e lo fa ponendo l’attenzione su ciò che questo percorso smuoverà dentro di noi.

Ovviamente il consiglio è di eliminare il superfluo in tutta la casa, riorganizzare gli spazi in modo che siano funzionali, facili da pulire e da riordinare. Solo così possiamo portare nuova energia vitale e benessere ogni area della vita.

Ci crediamo liberi, ma siamo prigionieri di case invadenti che ci abitano e ci rendono impotenti – Franco Battiato, La polvere del branco

Cambiare punto di vista e gestire la nostra casa in modo nuovo, prendendoci cura di essa per prenderci cura di noi, è una piccola grande rivoluzione che possiamo attuare per noi stessi.

Possiamo (ma oserei dire “dobbiamo”, perché lo dobbiamo alla parte più profonda di noi che chiede solo di essere ascoltata) sviluppare una nuova mentalità che ci aiuti a rivalutare l’eccessivo attaccamento alle cose per iniziare a vivere pienamente ciò che è davvero importante per noi (cose, persone, situazioni, sensazioni, emozioni).

Si impiega molta più energia a non fare le cose che ad affrontarle. So che sembra controintuitivo, ma non lo è. Rimandare, accumulare oggetti e decisioni da prendere, evitare di fare delle scelte… nulla ruba più energia come ciò di cui non vogliamo occuparci.

Liberarsi dal superfluo, fare spazio fuori e dentro di noi, sentirci più leggeri e ricominciare a respirare a pieni polmoni è possibile.

Se vuoi che ti aiuti a farlo, contattami. Sarà una gioia per me aiutarti a rifiorire.

 

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Il potere trasformativo delle liste https://www.milenaguidotti.it/il-potere-trasformativo-delle-liste/ https://www.milenaguidotti.it/il-potere-trasformativo-delle-liste/#respond Fri, 18 Dec 2020 16:00:52 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=944 Imparare l’arte delle liste dona un superpotere al quale tutti possiamo accedere: la chiarezza mentale. Quando abbiamo chiaro cosa dobbiamo fare, cosa vogliamo e cosa non vogliamo, procediamo nella vita con più serenità e fiducia.

Il mio approccio con le liste

È stato grazie a Dominique Loreau, giornalista e saggista francese, e al suo libro “L’arte delle liste” che ho iniziato a percepire la forza di questo strumento.

Avevo già una “to-do list” generica in cui annotavo indistintamente le varie cose da ricordare, ed era utilissima. Mentre leggevo il libro, però, è risultato chiaro che ne stavo limitando le potenzialità e che se avessi organizzato quel semplice elenco in modo diverso, avrei ottenuto molto di più.

Così ho cominciato a elaborare il mio sistema personale. All’inizio le liste erano solo tre:

  • Lista delle cose da fare il giorno dopo, oltre agli impegni già fissati in agenda
  • Lista delle cose da fare in settimana
  • Lista delle cose da comprare, al di là della classica lista della spesa

Prendendo confidenza con il metodo le liste aumentavano, diventando sempre più sensate e precise. La mia confusione mentale diminuiva e facevo esperienza di ciò che Dominique Loreau afferma: le liste aiutano a semplificare, a organizzare, e a conoscere meglio se stessi.

Perché scrivere qualcosa aiuta a ricordarlo, ma c’è di più.

L’atto stesso di scrivere svuota la mente, trasferendo i pensieri da dentro a fuori di noi. Creare un sistema di liste ci permette di vedere (letteralmente) i nostri pensieri, le nostre intenzioni e i nostri desideri. Consente di alleggerirci e di chiarire i nostri stati d’animo. Ci obbliga ad andare in profondità, mettere a fuoco, capire cosa vogliamo davvero e sintetizzare. Tutto questo è trasformativo, perché unisce consapevolezza e utilità.

Faticoso? Mh, potrebbe. Giusto un po’, all’inizio. Ma non è molto più faticoso continuare a vivere nella confusione?

Da dove iniziare

Per prima cosa, fai un brain dump. Butta giù tutto ciò che ti viene in mente, senza pensarci troppo; ci sarà tempo per cancellare e riorganizzare. In questa prima fase occupati solo di liberare i pensieri e scrivi senza filtri.

In un secondo momento, a mente fresca, rileggi tutto, elimina quanto non necessario e copia il resto in liste diverse. Naturalmente le possibilità sono infinite, sarai tu a trovare le categorie utili per te e quelle che ti corrispondono di più. Scegli un quaderno dedicato e una bella penna, trova un angolino tranquillo della casa in cui sentirti a tuo agio, accendi una candela profumata e fatti ispirare dalla sua fiamma, che dona allo stesso tempo serenità e vigore.

Giusto per darti un’idea, ecco alcuni esempi possibili:

  • Lista dei film da vedere
  • Lista dei libri da leggere
  • Lista dei podcast da ascoltare
  • Lista delle ricette preferite
  • Lista delle ricette da provare
  • Lista dei luoghi che vuoi visitare
  • Lista dei ristoranti che ami
  • Lista dei regali fatti e ricevuti
  • Lista delle pulizie settimanali – mensili – annuali
  • Lista di domande da fare prima di comprare casa
  • Lista delle cose da eliminare prima di un trasloco
  • Lista delle cose da fare e da acquistare prima della nascita di un bimbo
  • Lista di cose da fare quando ti avanza mezz’ora (sì, può succedere!)

Ma anche liste più introspettive:

  • Lista dei ricordi felici (da rileggere soprattutto quando sei un po’ sottotono)
  • Lista dei complimenti ricevuti (a me serve tantissimo, per ricordare a me stessa il mio valore e i punti di forza che tendo a dimenticare)
  • Lista delle situazioni che non voglio più accettare (eh…)

E’ il momento ideale

Ogni momento è buono per iniziare a sperimentare il metodo delle liste, ma potresti approfittarne ora che ci avviciniamo alla fine dell’anno (e che anno!). È il momento di passaggio per eccellenza, simbolicamente potentissimo. Prenditi un po’ di tempo e dedicalo a questa particolare forma di scrittura, potresti innamorartene come è successo a me.

Ricorda che puoi regalare (o regalarti) una mia consulenza online di due ore sull’arte delle liste (scrivimi qui per avere più informazioni). Ti invierò il buono regalo via e-mail, così che tu possa stamparlo e consegnarlo a chi vuoi, oppure recapitarlo direttamente all’indirizzo e-mail del destinatario.

Che cosa ne ricaviamo? Una maggior lucidità, meno preoccupazioni nella vita di tutti i giorni e un arricchimento immenso a tutti i livelli – Dominique Loreau

Buone feste di cuore a te e alla te stessa che emergerà mentre compilerai le tue liste.

 

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