Milena Guidotti https://www.milenaguidotti.it Professional Organizer Tue, 15 Feb 2022 12:12:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 Hygge: come predisporsi a momenti di serenità https://www.milenaguidotti.it/hygge-come-predisporsi-a-momenti-di-serenita/ https://www.milenaguidotti.it/hygge-come-predisporsi-a-momenti-di-serenita/#respond Fri, 04 Feb 2022 17:46:15 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1152 Nel 2016 l’attrice danese Marie Tourell Søderberg scrive un libro semplice e molto curato, quasi poetico. Il titolo originale recita “Hygge, l’arte danese della felicità” e a me, devo dire, quel titolo piaceva moltissimo. Tradotto in Italia come “Il metodo danese per vivere felici” mi pare abbia perso un pochino di magia, ma in entrambi i casi il titolo crea molte aspettative.

Cosa è l’hygge?

Nella sua introduzione, la Søderberg definisce l’hygge come “l’attitudine a trovare la felicità nelle piccole cose di ogni giorno”. E in questo devono essere proprio bravi, i danesi, visto che per anni hanno detenuto il primato nella classifica dei paesi più felici del mondo (attualmente la Danimarca è al terzo posto dopo Finlandia e Islanda).

Ecco cosa si legge fra le motivazioni dell’ambito riconoscimento: ”per l’attenzione a una vita sostenibile (utilizzo delle rinnovabili) e il perfetto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata”.

Perfetto equilibrio.

In un mondo frenetico e competitivo come quello attuale, diventa necessario “passare del tempo hyggelig in famiglia e con gli amici, e momenti hyggelig con me stessa in una casa hyggelig”, scrive l’autrice. Ma come favorire questi momenti così speciali?

L’hygge è difficilmente traducibile, più che una parola è un concetto: è intimità, è introspezione, è atmosfera, è cura e attenzione. È capacità di creare ambienti che predispongano alla serenità.

Va da sé che una casa hyggelig sia una casa libera dal caos e ben organizzata. È una casa che accoglie e che dona un senso di appartenenza. Che scalda, conforta e protegge chi la abita.

Suggerimenti per una casa hygge

Christina B. Kjeldsen, editor e autrice di libri sull’arredamento, illustra nel libro i concetti chiave per ogni area della casa; qui ho voluto integrarli con qualche mia riflessione:

  • Ingresso: non è considerato una vera e propria stanza; a volte è un corridoio, mentre altre l’entrata dell’appartamento porta direttamente in soggiorno. Eppure l’ingresso è la prima cosa che vediamo rientrando e la prima cosa che vedono i nostri ospiti; dovrebbe essere un caldo abbraccio che ci accoglie e non solo un veloce passaggio da dimenticare in fretta. Per questo è importante che resti ordinato, pulito e che non crei confusione alla vista o impaccio nei movimenti. Soluzioni funzionali per cappotti e scarpe, una mensola e un’adeguata illuminazione sono l’ideale per quest’area. L’aggiunta di una pianta ben curata renderà tutto ancora più armonioso.
  • Cucina: l’hygge segue i piaceri e gli interessi di chi la abita. Se cucinare è una tua passione, questa stanza della casa sarà, a maggior ragione, molto speciale. Utilizza stoviglie ed utensili funzionali e belli, comodi da usare e mai in quantità esagerate. Non è hygge una cucina troppo pulita e asettica, ma non è hygge nemmeno la confusione totale e l’ammasso di oggetti senza senso. Cerca di darle una personalità, con equilibrio, cercando di unire con gusto materiali, colori e stile. Tessuti naturali, piantine aromatiche e alimenti di buona qualità: la cucina diventa nutrimento per corpo, anima e mente.
  • Soggiorno: nell’ottica hygge scandinava la scelta dei materiali è fondamentale. Legno, ceramica e fibre naturali, insieme ad una luce calda e a delle candele, sono d’obbligo per un soggiorno che ci trasmetta accoglienza e calore. Divani comodi, poltrone per la lettura, lampade che fanno atmosfera, tavole da apparecchiare con cura per accogliere famigliari ed amici, tutto è predisposto all’insegna della condivisione di momenti preziosi.
  • Bagno: è la stanza che più di ogni altra invita a concedersi un momento per la cura di sé. Anche qui, pulizia e semplicità sono la ricetta giusta per un’atmosfera hygge: mobili e mensole in legno, cesto di vimini per il bucato, tessuti chiari, luce calda, morbidi asciugamani, piante adatte ad ambienti umidi. Doccia o vasca poco importa: l’importante è creare dei rituali di benessere in cui ritrovare una pace profonda.
  • Camera da letto: è la stanza più intima della casa, quella in cui ci lasciamo andare, ci riposiamo, ci ricarichiamo, ci spogliamo, in senso figurato e letterale. Dovrebbe essere un nido confortevole in cui riposare e coccolarci: un materasso comodo, biancheria da letto di qualità, un armadio ben organizzato, un buon libro sul comodino, colori che favoriscano il relax e poche decorazioni ben scelte. Sarebbe bene acquisire buone abitudini come bere una tisana rilassante poco prima di dormire e acquisire una routine del sonno adatta al nostro cronotipo.

No, non serve stravolgere completamente la casa per renderla più hyggelig; possiamo però considerare l’hygge come una bussola che ci fa mantenere la rotta verso lo stile di vita che desideriamo.

Vuoi prenderti cura di te, del tuo tempo e della tua casa? Ti aspetto qui.

 

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Solo bagaglio a mano: viaggiare leggeri nel viaggio della vita https://www.milenaguidotti.it/solo-bagaglio-a-mano-viaggiare-leggeri-nel-viaggio-della-vita/ https://www.milenaguidotti.it/solo-bagaglio-a-mano-viaggiare-leggeri-nel-viaggio-della-vita/#respond Tue, 04 Jan 2022 17:56:15 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1138 All’inizio della mia carriera come professional organizer mi sono iscritta ad APOI, la nostra associazione professionale, e lo scorso ottobre sono diventata socio senior.

Per passare da junior a senior sono necessari dei prerequisiti (per esempio avere un sito internet) e si deve sostenere un esame che prevede la relazione di un certo numero di consulenze fatte, recensioni positive da parte dei clienti e formazione specifica, ossia la lettura di alcuni dei libri presenti nella bibliografia consigliata dall’associazione.

Uno dei libri che ho scelto è Solo bagaglio a mano di Gabriele Romagnoli.

La leggerezza come stile di vita

Il titolo mi incuriosiva: per quanto non mi capiti spesso, l’idea di viaggiare leggera con solo uno zaino in spalla mi attira da matti. Inoltre, quale migliore metafora per chi, come me, desidera uno stile di vita sempre più armonioso e consapevole.

E infatti il libro è, fra le altre cose, un invito a vivere secondo il principio del less is more, un motto preso in prestito dall’architettura e traslato su ogni ambito della vita, senza per questo predicare il minimalismo ad ogni costo. Si tratta, in buona sostanza, di racconti, pensieri e riflessioni che portano ad più profonda consapevolezza di sé.

Ma partiamo dall’inizio: Romagnoli legge sul Financial Times dello strano servizio di una società sudcoreana che inscena il tuo finto funerale, nella speranza di risvegliare le coscienze dei “defunti”. L’idea è che, nel paese con il record mondiale più triste (quello del più alto numero di suicidi), vivere quell’ultimo momento in piena coscienza scoraggi dal voler mettere fine alla propria vita.

Incuriosito, prende un aereo per Seoul e si sottopone all’insolito rituale: vuole sperimentare cosa si prova, scoprire quali rivelazioni emergano dalla sensazione della fine e capire se la rinascita possa portare ad una maggiore consapevolezza.

All’arrivo viene preparato per il funerale e gli viene chiesto di fare testamento. Ha solo carta, penna e mezz’ora di tempo in cui deve disporre dei suoi beni materiali e rivolgere le ultime parole alle persone più care. Pare che questo, per molte delle cinquantamila persone prima di lui, sia stato un esercizio rivelatorio: ci si rende conto dell’importanza delle relazioni, del tempo sprecato, di cosa si è saputo o non saputo costruire.

Indossata una vestaglia bianca senza tasche “perché senza nulla sei venuto e senza nulla te ne andrai”, si sdraia nella bara: stretta, scomoda, fredda. La chiudono con dei chiodi e una manciata di terra viene gettata sul coperchio. Poi, più nulla. Buio. Silenzio totale.

Dentro la bara Romagnoli si lascia andare a riflessioni, intuizioni e scoperte su di sé e sul mondo che difficilmente avrebbe potuto percepire in modo così vivo e viscerale senza quella esperienza. È qui che l’autore inizia a raccontare quello che ha pensato e imparato nei minuti successivi, mentre era morto.

Liberarsi dei fardelli pesanti

Primo, viaggiare leggeri. Solo bagaglio a mano, appunto. Liberarsi di tutto ciò che è inutile, prima di tutto le certezze pesanti e definitive, granitiche e assolute, che non permettono di sperimentare cose nuove, opinioni diverse, tempi ed emozioni differenti.

Se decidi di viaggiare leggero ti devi dare delle regole e le regole non complicano la vita, semmai l’opposto

Romagnoli fa un bel parallelismo fra vestiti e rapporti della vita: meglio viaggiare leggeri, scegliere quelli che davvero ti piacciono e ti stanno bene. In una valigia piccola si seleziona quel che si vuole veramente.

Il bagaglio ideale contiene solo ciò che è davvero importante, che siano cose, emozioni o ricordi. E’, di nuovo, metafora della vita, della casa, della persona che vuoi avere accanto. Noi stessi non dobbiamo diventare pesanti zavorre che bloccano le vite e le energie di altri. L’autore ci invita quindi ad un viaggio dentro di noi, che sia di scoperta e di rimozione di pesanti aspettative, di problemi irrisolti, di passati ingombranti.

Lost is found

Dal racconto della storia di Glauco, imprenditore che ha perso tutto prima di ritrovare se stesso, emerge chiaramente quanto tutti noi abbiamo paura di perdere e di perderci. Eppure, perdere è un’occasione. “Quando sembra finita, ricomincia”.

Si ha paura di lasciar andare perché si teme il futuro. Si teme di dimenticare, di perdere i nostri punti fermi. E invece la morale è proprio questa: avere fiducia nelle nuove possibilità. 

Più accumuliamo, meno abbiamo veramente. Crediamo sia una ricchezza, invece è un impoverimento

Come professional organizer mi occupo di cambiamenti e so bene che il trasloco è uno dei più temuti e stressanti. Studi recenti lo definiscono il peggior trauma dopo lutto, licenziamento e separazione. Ma quando le persone riescono a vivere le proprie emozioni, anche se spaventano un po’, accolgono questa grande occasione: scelgono con attenzione e lasciano andare ciò che non fa più parte della loro vita. Eliminano con grade sollievo cose inutili che avevano persino dimenticato di avere e che rubavano spazio ed energie senza un valido motivo.

Perché abbiamo bisogno di sperimentare un trauma per liberarci? Eppure è quasi sempre così.

Il libro è un inno al cambiamento, che porta a scoprire e riscoprire lati sempre nuovi di noi stessi. Ad ogni tsumani della vita, chi sopravvive è cambiato per sempre; in meglio o in peggio, dipende da noi.

Nella storia di Nicholas Vreeland si coglie tutto il senso del less is more. Fotografo newyorkese di successo, mentre si trova fuori casa gli viene rubata tutta l’attrezzatura fotografica. È come si gli avessero rubato l’identità. “Perse ciò a cui teneva di più. E trovò sé stesso”: con i soldi dell’assicurazione vive per un po’ senza dover lavorare e segue la sua vocazione principale, quella spirituale. Dopo qualche tempo diventa un monaco buddista.

Anche Vreeland aveva un bagaglio pesante sulle spalle, ma evidentemente la vita aveva in serbo altri piani per lui. L’ha obbligato ad alleggerirsi portandogli via ciò che aveva di più caro (in ogni senso) ed è stato proprio in quel “meno” che ha trovato la sua realizzazione più profonda.

Prepararsi a vivere

Meno cose, meno amici, meno informazioni: Romagnoli ci invita a tornare alle cose importanti, a ritrovare l’essenziale e a valorizzarlo. A saper scegliere. A viaggiare leggeri nel meraviglioso viaggio che è la vita.

Ogni fine è un inizio. La bara viene riaperta. Lo scopo del gioco, gli viene detto, non è prepararsi a morire, ma a vivere.

 

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Slow Christmas: come rendere migliore il tuo Natale https://www.milenaguidotti.it/slow-christmas-come-rendere-migliore-il-tuo-natale/ https://www.milenaguidotti.it/slow-christmas-come-rendere-migliore-il-tuo-natale/#respond Sat, 04 Dec 2021 20:00:15 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1124 Un po’ come certe storie d’amore dei film, il mio rapporto con il Natale ha sempre subito alti e bassi, sfociando inesorabilmente in una dichiarazione d’amore eterno.

Non c’è stato niente da fare: consumismo, frenesia e stress hanno provato a rompere l’incantesimo, per anni. Ma noi siamo ancor qui, sempre più uniti, e quando arriva dicembre il mio cuore inizia a ballare.

Consigli pratici per il tuo Natale slow

L’anno scorso ti avevo dato qualche consiglio su come organizzare il tuo Natale e suggerito moltissime realtà sostenibili per i tuoi regali. Sono tutte indicazioni ancora valide e puoi recuperare gli articoli qui e qui.

Anche quest’anno ho scelto di fornirti degli spunti per semplificarti la gestione di questo periodo bellissimo, ma potenzialmente stressante.

Menù di Natale

Quando siamo noi ad ospitare parenti e amici per un giorno di festa, il menù è una delle cose che ci preoccupano maggiormente: vogliamo offrire un pranzo speciale, magari con qualche piatto della tradizione, ma anche essere originali e non dover passare tutto il tempo ai fornelli. Qui e qui trovi qualche idea per piatti buonissimi, veloci e diversi dal solito di Cucina Botanica e Il Goloso Mangiar Sano.

Decorazioni per la casa

Leroy Merlin ha invitato cinque professioniste a raccontare lo stile con cui hanno decorato la loro casa per le feste. Se cerchi delle idee, guardali tutti: si va dall’atmosfera dei paesi scandinavi a quella più classica, passando per ambienti innevati, scenari magici e tavole glamour.

Forse puoi adattare le decorazioni che hai già allo stile che ti rappresenta maggiormente, oppure aggiungere qualche tocco in più: l’importante è ottenere un’atmosfera calda e accogliente che parli di te.

Organizer

Lo sai, adoro gli organizer che aiutano a tenere tutto più in ordine, compresa la nostra mente!

La cosa migliore per riporre tutte le decorazioni dopo le feste è utilizzare scatole di recupero o vecchi borsoni, ma se questo non fosse possibile ti segnalo la custodia per riporre l’albero, quella per le palline e quella per la carta da regalo.

Regali che fanno bene

Fare un regalo dovrebbe essere un atto spontaneo e piacevole, una scelta fatta con cura per le persone a cui teniamo davvero; per questo ho selezionato alcuni negozi fisici, e-commerce e realtà sostenibili per doni che fanno bene a chi li vende, a chi li regala e a chi li riceve.

Bookdealer: e-commerce a sostegno delle librerie indipendenti. Selezionando il libro che desideri, scopri in quali librerie è disponibile; puoi ritirarlo personalmente o fartelo spedire a casa. C’è anche la possibilità di regalare una loro Gift Card acquistandola direttamente dal sito.

Miomojo: azienda bergamasca di borse, zaini e accessori vegani, prodotti con tessuti naturali e materiali riciclati. Il 10% del loro utile netto viene devoluto a progetti accuratamente selezionati in difesa degli animali.

Perpetua: concept store in cui trovare arredi, decorazioni, accessori per la casa e molto altro. Il negozio è a Bergamo, ma effettuano spedizioni in tutta Italia. Un mondo di meraviglie e bellezza gestito da Valentina, la sua proprietaria: un vulcano di idee e buonumore.

Stiamobio: e-commerce di Double B, azienda di cosmetici naturali, vegani e cruelty free certificati. Disponibili anche alcuni accessori come pochette, borracce e t-shirt e le loro gift card.

Casagin: azienda di abbigliamento etico e sostenibile interamente realizzato in Italia da piccole realtà artigianali. Fino al 25 dicembre è attivo il loro calendario dell’avvento: “ogni giorno un’idea, ogni idea uno sconto”.

Biorfarm: piattaforma di piccoli agricoltori biologici che consente di regalare o regalarsi l’adozione di uno o più alberi, seguirne online la coltivazione bio e riceverne la frutta fresca direttamente a casa. Si può anche acquistare dal loro Biormarket o ricevere una delle loro box con prodotti biologici.

Charbonnier Mongolfiere: se vuoi regalare un’esperienza unica, te li consiglio: organizzazione, simpatia e tantissima esperienza. Ho volato con loro lo scorso ottobre, realizzando un desiderio che avevo da anni. Un’emozione indescrivibile.

E poi ci sono io

Anche a Natale hai la possibilità di regalare un buono personalizzato per una mia consulenza di organizzazione: tu scegli l’importo e la scadenza (scrivimi così ti spiego tutto per bene) e io recapito il regalo al tuo indirizzo e-mail oppure direttamente a quello del destinatario, quando vuoi tu.

Nei prossimi giorni anche io mi dedicherò, insieme a mia figlia, all’albero e alle altre decorazioni natalizie della casa. Canteremo insieme a Michael Bublé e ci muoveremo al ritmo di Jingle Bell Rock, mentre i biscotti cuoceranno nel forno; riesci a sentirne il profumo?

E allora rendiamo magico questo Natale. Che la festa abbia inizio.

 

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Black Friday e organizzazione: riflessioni per acquisti consapevoli https://www.milenaguidotti.it/black-friday-e-organizzazione-riflessioni-per-acquisti-consapevoli/ https://www.milenaguidotti.it/black-friday-e-organizzazione-riflessioni-per-acquisti-consapevoli/#respond Thu, 04 Nov 2021 10:00:55 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1110 Manca poco al Black Friday; sconti e promozioni sono ovunque e noi rischiamo di diventare, ancora una volta, le succulente prede di un consumismo sfrenato.

Il Black Friday e il bisogno che non esiste

Le immagini di gente ammassata davanti alle vetrine dei negozi in attesa di aggiudicarsi l’offerta del momento mi fanno stare male. Davvero, sto male fisicamente. Mi manca l’aria, è come se fossi lì anche io e mi sentissi imprigionata in mezzo a quella folla urlante e isterica. A volte, quando le porte si aprono e le persone si riversano all’interno come un fiume in piena, si tirano i capelli e si prendono a botte o spintoni per accaparrarsi un televisore o un paio di stivali. Mi chiedo come siamo arrivati a questo punto.

La risposta è complessa e io non sono un’esperta, ma di certo il marketing gioca un ruolo fondamentale: si è talmente evoluto (o sarebbe meglio dire involuto?) da arrivare a convincerci che ogni cosa è necessaria e che se non lo è, lo diventerà presto. Creare un bisogno che non esisteva fino a un attimo prima è la carta vincente di ogni campagna pubblicitaria.

D’altra parte non ha molto senso dare sempre la colpa al mercato, alla società o a chi consapevolmente punta a creare una sorta di guerra fra poveri. Abbiamo teste pensanti e un cuore abbastanza grande da sapere che un nuovo elettrodomestico non vale uno schiaffo.

Ti serve davvero?

Sull’origine del Black Friday, che cade l’ultimo venerdì di novembre, il giorno dopo il Thanksgiving americano, ci sono varie tesi. Se inizialmente poteva davvero essere un modo per risparmiare qualcosa su un bene che volevamo da tempo, per cercare il regalo di Natale perfetto o magari fare un regalo a noi stessi, negli ultimi anni è diventata una moda svilente e dannosa.

Ma non è solo la pubblicità a trarci in inganno; spesso alla base c’è una nostra sensazione di carenza.

Ti faccio un esempio: la scorsa settimana ho lavorato a casa di Elena (nome di fantasia), splendida 50 enne separata da poco e con una bimba piccola. Abbiamo riorganizzato alcune stanze della casa che strabordavano di cose, creando caos visivo e mentale. Lavorando insieme, Elena ha alleggerito la sua casa e la sua mente, tutto ora è al posto giusto e lei è molto più rilassata. È tornata a sorridere dopo un periodo caotico e confuso in cui non si sentiva in grado di dare il meglio di sé alla sua bambina e tantomeno a se stessa.

La casa di Elena era così piena e confusa perché alla base c’era una percezione di mancanza: “faccio scorta perché non si sa mai”, “lo prendo perché potrebbe sempre servire in futuro”, “lo compro ora che è in offerta, tanto prima o poi lo userò”.

È un atteggiamento molto diffuso e può succedere a tutti, soprattutto se ci troviamo in una fase particolare della vita, di fare shopping alla ricerca di una momentanea gratificazione. È confortante, è appagante. Ma il rischio è che diventi un’abitudine consolidata e quindi più difficile da gestire.

Quando abbiamo raggruppato tutti gli oggetti per categoria, Elena si è resa conto di quante cose aveva acquistato impulsivamente. Non se ne ricordava nemmeno la metà. Perché è così che succede: si comprano cose che non si sa dove mettere e quel “lo metto qui un attimo e poi lo sistemo” si traduce in un accumulo disorganizzato che appesantisce l’ambiente e i pensieri.

Evitare l’acquisto compulsivo

L’acquisto impulsivo è una ricompensa momentanea, ma è proprio sull’impulsività che puntano le aziende. Strategie di comunicazione, palette di colori, effetto visivo e storytelling studiati nei minimi dettagli: l’importante è ottenere un click sul pulsante “acquista”. Poi un altro, e un altro ancora. Il rischio è molto reale: pensando di risparmiare, alla fine spendiamo molto più di quanto avremmo voluto per acquistare oggetti di cui ci importa poco.

Come possiamo agire per non lasciarci prendere troppo la mano? Organizzandoci per tempo.

  • fai un inventario: passa in rassegna tutti i tuoi ambienti e fai un veloce inventario di ciò che hai già: per esempio, pensavi di approfittare del Black Friday per comprare dei nuovi cosmetici? Raccogli tutti quelli che hai in un unico posto e fai una cernita tenendo solo quelli che ancora userai, che ti piacciono e che non sono scaduti (sì, anche i cosmetici scadono). Solo così puoi sapere se e cosa ti serve acquistare davvero.
  • fai una ricerca: cerca in rete solo ed esclusivamente il prodotto di cui hai bisogno, comparando le informazioni del produttore, le recensioni dei clienti, le fotografie e non solo il prezzo. Prendi appunti e decidi quale è il migliore per te.
  • compila una lista: solo dopo aver fatto un inventario, un po’ di sano decluttering e qualche ricerca online, fai una lista di ciò che vuoi acquistare e fissa un budget oltre il quale non vuoi o puoi andare. Il Black Friday può anche essere un’occasione per giocare d’anticipo sui regali di Natale, ma sempre con consapevolezza.
  • attieniti alle decisioni prese: sii irremovibile. Focalizzati sul risultato finale, sulla soddisfazione che proverai alla fine, sapendo di aver fatto acquisti sensati e di non aver sprecato i tuoi soldi.
  • evita i resi: spesso si acquistano cose di cui non si è pienamente convinti pensando “semmai poi lo rendo”, ma questa non può essere una soluzione sostenibile, né per noi né per l’ambiente. Innanzi tutto questo escamotage non ci permette di allenare consapevolezza e capacità di scelta; inoltre, rendere un oggetto può costarci dei soldi e sicuramente ci costa del tempo. E poi c’è il fattore inquinamento: mi riferisco a packaging e trasporto e, soprattutto quando parliamo dei grandi e-commerce, al fatto che i resi vengono in larga parte buttati; la loro gestione (rigenerarli e immetterli di nuovo a magazzino) costerebbe loro di più in termini di più spazio-tempo-soldi.
  • prediligi la qualità alla quantità e se possibile acquista presso realtà sostenibili: made in Italy, tessuti naturali, componenti biologici, materiali riciclabili e così via.

A proposito di realtà sostenibili, conosci Rifò? Si tratta di un brand di Prato che produce in loco una linea di abbigliamento e accessori di qualità con fibre 100% rigenerate e rigenerabili.

Cito testualmente dalla loro newsletter:

“Sai perché il Black Friday non è sostenibile?

Perché ci rende dei consumatori e non delle persone.
Perché spinge un sistema basato sui prezzi e non sul valore.
Perché fa aumentare esponenzialmente i consumi mondiali di CO2 dovuti ai trasporti.

Ne abbiamo davvero bisogno? No.”

Demonizzare totalmente il Black Friday non ha molto senso, ma certamente possiamo farci le domande giuste per acquistare consapevolmente, meno e meglio, o non acquistare affatto.

Non abbiamo bisogno di più cose, abbiamo bisogno delle cose giuste per noi. L’abbiamo solo dimenticato.

 

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Cambio di stagione: 9 passi verso il guardaroba dei tuoi sogni https://www.milenaguidotti.it/cambio-di-stagione-9-passi-verso-il-guardaroba-dei-tuoi-sogni/ https://www.milenaguidotti.it/cambio-di-stagione-9-passi-verso-il-guardaroba-dei-tuoi-sogni/#respond Mon, 04 Oct 2021 09:00:45 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1098 Il primo giorno d’autunno sono stata ospite della diretta Instagram di Anna Turcato, Style strategist & Image consultant (se vuoi, puoi recuperarla qui). In occasione del cambio di stagione abbiamo parlato di guardaroba consapevole e di organizzazione dell’armadio.

Cambio di stagione, cambio di prospettiva

Che rapporto hai con i tuoi abiti? Ti danno gioia? Ti senti a tuo agio, indossandoli? O ti rimandano frustrazione e inadeguatezza? Forse finisci per mettere sempre le stesse cose perché non trovi nulla, in mezzo al caos nascosto dentro al tuo armadio.

Come ho spiegato nella diretta, un armadio ben organizzato semplifica la vita: tutto è ben conservato, si trova facilmente quello che si cerca e non si perde tempo, né per vestirsi né per riordinarlo. Ecco perché voglio consigliarti di seguire alcuni passaggi fondamentali affinché diventi, una volta per tutte, un tuo prezioso alleato.

Il cambio di stagione è l’occasione perfetta per agire. Può rivelarsi un’illuminante presa di consapevolezza, perché è il momento in cui ci rendiamo conto di tutto ciò che abbiamo e di come quel “tutto” ci fa sentire.

Ma c’è una premessa che mi sento di fare.

Spesso la difficoltà più grande nel riorganizzare il guardaroba non è tanto la fatica fisica (seppure da considerare), ma quella mentale ed emotiva, data anche dall’aver procrastinato il lavoro, magari per anni. Ma rimandare continuamente una decisone ruba molta più energia che prenderla e agire, lo sapevi?

Anche per organizzare questo spazio, così intimo e personale, è necessario quindi un lavoro introspettivo. Bisogna prendersi il giusto tempo, è un momento di cura di noi.

9 passi per il guardaroba dei tuoi sogni

Vediamo come procedere per ottenere l’armadio bello e funzionale che hai sempre desiderato.

# 1 Fai decluttering

Per prima cosa elimina il superfluo, selezionando con cura ciò che ti piace davvero, che ti rende felice e ti sta bene, mettendo da parte il resto. Potrai decidere di vendere o donare ciò che non usi più (ne avevo parlato qui).

# 2 Crea una scatola dei ricordi

Se hai dei capi che non indossi ma che sono preziosi a livello emotivo, conservali separatamente. Scegli una bella scatola della giusta misura, riponi tutto con cura e custodiscila in un luogo più adatto.

# 3 Rifletti sugli spazi

Quali spazi hai a disposizione ora? Quante ante, quanti cassetti, quanti ripiani? Vorresti crearne altri, utilizzando appositi accessori, organizer o separatori?

# 4 Riorganizza secondo le tue necessità

Pensa a quale criterio ti può essere più comodo: vuoi dividere gli abiti per utilizzo (ufficio, palestra, cene con gli amici…) o per colore? Vuoi sistemare per categorie (abiti lunghi, pantaloni, camicie, gonne…) o per abbinamenti? O forse un mix di tutto questo? Ascoltati, poi lascia spazio alla creatività e trova il metodo più giusto per te.

# 5 Scegli con attenzione se appendere o piegare

Non tutti gli indumenti possono essere piegati e non tutti possono essere appesi. Valuta bene le alternative in modo da ottimizzare lo spazio senza però rovinare o sgualcire i vestiti.

# 6 Valuta se cambiare le grucce

Una delle soluzioni per ottimizzare lo spazio può essere utilizzare delle grucce più adatte alle tue necessità. In commercio si trovano molte alternative, sia come materiali che come misure. Ti sconsiglio di usare quelle della tintoria: occupano poco posto, è vero, ma potrebbero rovinare i capi e non sostenerli adeguatamente. Restituiscile, di modo che vengano riutilizzate: eviterai sprechi e avrai l’eterna gratitudine del titolare.

# 7 Ragiona sugli accessori

Pensa se e quali organizer o accessori fanno al caso tuo, prendi bene le misure e calcola le quantità necessarie. Aiutati con metro, carta e penna, disegna gli spazi e ciò che ci metterai dentro. Rendi visibili le tue idee per capire come realizzarle e, una volta finito, fai una shopping list dettagliata di ciò che ti serve.

# 8 Lascia respirare i vestiti

Fai attenzione a non sovraccaricare l’armadio; gli abiti troppo pressati l’uno vicino all’altro tendono a stropicciarsi e nella confusione rischi di non vederli più. Fai in modo che l’armadio sia leggero e funzionale.

# 9 Proteggi i tuoi capi

Scegli un antitarme naturale con un profumo molto delicato. Ottimi i sacchettini con lavanda essiccata, meglio ancora le tavolette in legno di cedro.

Il tuo biglietto da visita per il mondo

Aprire le ante di un armadio significa aprire le porte sulla nostra personalità, su come ci poniamo di fronte alla vita e agli altri. È uno spazio prezioso che merita di essere valorizzato per rappresentarci al meglio. Prenditi il tempo per farlo (e se vuoi chiedimi aiuto), ne vale la pena.

 

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Döstädning: l’arte svedese di sistemare le proprie cose https://www.milenaguidotti.it/dostadning-larte-svedese-di-sistemare-le-proprie-cose/ https://www.milenaguidotti.it/dostadning-larte-svedese-di-sistemare-le-proprie-cose/#respond Sat, 04 Sep 2021 17:45:04 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1085 Un caso editoriale mondiale, un testo tradotto in 27 paesi. Un libro il cui titolo originale ci fa sobbalzare: le pulizie della morte.

L’arte svedese di mettere in ordine

“L’arte svedese di mettere in ordine” è un libro scorrevole, a tratti divertente, nel quale Margareta Magnusson, arzilla designer di Göteborg “fra gli ottanta e i cento anni”, rompe un tabù e ci dice senza mezze misure che organizzare le nostre cose prima del fatidico evento sarà un sollievo enorme per chi dovrà occuparsene quando noi non ci saremo più.

Ho voluto confrontare il titolo originale con le relative traduzioni in inglese e in italiano:

  • Döstädning: ingen sorglig historia (pulizie della morte, nessuna storia triste).
  • The gentle art of swedish death cleaning (la nobile arte delle pulizie della morte svedesi).
  • L’arte svedese di mettere in ordine, sistemare la propria vita per alleggerire quella degli altri.

Hai notato che nella traduzione italiana la parola “morte” non è menzionata? Non mi stupisce: la nostra cultura non ci prepara ad affrontare il lutto; la morte è una questione di cui nessuno vuole parlare e alla quale nessuno vuole pensare. Immagino quindi che la scelta editoriale della traduzione, a livello di strategia di marketing, abbia senso.

Ma l’autrice ci fa capire due cose: uno, che alleggerire la propria casa, conservando solo ciò che è utile e ciò che piace davvero è un atto d’amore verso sé stessi e verso gli altri (“lasciate che vi aiuti a far sì che i vostri cari serbino di voi un ricordo affettuoso, e non angosciante”); due, che possiamo sistemare le nostre cose in qualsiasi momento e proseguire la nostra vita con più leggerezza.

Mettere in ordine la tua casa, se puoi farlo, è una delle attività più confortanti che ci siano, e ha benefici incalcolabili – Leonard Cohen

La Magnusson racconta al lettore le sue esperienze personali. Alla morte della madre aveva dovuto sgombrare la grande casa dei genitori e aiutare il padre a trasferirsi altrove; successivamente si era occupata di quella della suocera; infine, la prova più difficile di tutte quando rimase vedova dell’amatissimo marito.

Oltre al dolore della perdita, ha dovuto affrontare la fatica di sistemare tutta la loro roba e traslocare in una casa più piccola. Si rendeva conto che, ora che il marito non c’era più e i figli abitavano altrove, restare da sola in una casa grande, con un giardino da curare e enormi spazi da pulire non aveva senso. Stava iniziando una nuova vita e per questo le serviva un posto più intimo, con meno ricordi e più facile da gestire.

Un po’ per volta aveva fatto un inventario, prendendo nota di cosa fare di ogni oggetto. Se decideva di non portarlo con sé nella nuova casa, scriveva delle istruzioni tipo “vendere”, “per la zia Ellen” o “dare in beneficienza”. Ricordando i commenti dei figli a proposito di oggetti che amavano particolarmente, li conservò per loro.

Riflettendo su ciò che aveva dovuto passare in quei momenti, decise di sistemare anche le sue cose, semplificando così la vita ai suoi cinque figli (“non importa quanto vi amino, non lasciate loro questo fardello”). Conservò solo ciò a cui dava valore, vendendo o donando il resto.

Suggerimenti pratici e consigli di buon senso

Il libro dà delle preziose indicazioni su come procedere, suggerendo di iniziare dalle categorie più semplici, di solito i vestiti e i libri (“una categoria è facile quando è ampia e non ha troppe associazioni affettive. È molto importante iniziare da qualcosa di facile, non voglio che vi arrendiate subito”). Consiglia anche di raccontare agli altri ciò che si sta facendo: forse gli amici si offriranno di aiutarci e prenderanno qualcosa che noi stiamo scartando.

L’autrice raccomanda di preparare delle istruzioni scritte che indichino cosa fare in futuro di ciò che si è scelto di tenere; possiamo anche inserire una nota dentro una scatola per spiegare cosa vorremmo fosse fatto del suo contenuto.

Fotografie, lettere e ricordi sono categorie da affrontare per ultime, visto che si tratta di oggetti ad alto carico emotivo. Mentre si sistema, si rievocano storie e ricordi. È sempre una fase delicata che come professional organizer conosco bene. Spesso i clienti si lasciano andare a piccole confidenze, si crea una connessione che non riesco a spiegare, a parole. È un momento magico, ma impegnativo. Affrontare queste categorie quando le altre sono già state sistemate sarà più facile.

Come affrontare l’argomento

Quando un nostro caro muore, è difficile mettere mano alle sue cose. Soffriamo per la perdita e ci sentiamo sopraffatti dalle decisioni da prendere: cosa fare degli oggetti che gli appartenevano? E dei documenti? Ci sono scadenze per pagamenti, volture o altre questioni burocratiche? In mancanza di un testamento, come capire quali erano le sue volontà? Come evitare le liti fra gli eredi?

Quando ho parlato nelle stories sui miei profili Instagram e Facebook dell’intenzione di scrivere questo articolo, chiedendo se il tema fosse di interesse, mi sono arrivati molti messaggi: “ricordo la fatica che hanno fatto mia mamma e mia zia a liberare la casa di nonna”, “mia mamma aveva conservato di tutto, ci abbiamo messo anni, a nessuno di noi andava di affrontare la cosa e continuavamo a rimandare”, “se solo ci avessimo pensato prima”.

Si può prevenire tutto questo?

Nel caso in cui sia l’erede a voler affrontare l’argomento, per esempio con i propri genitori, la Magnusson suggerisce di porre loro qualche domanda in modo delicato: “la vita per voi non sarebbe meno stancante se ci liberassimo di un po’ delle cose che avete raccolto negli anni?” o “c’è qualcosa che possiamo fare insieme, poco per volta, di modo che in seguito non ci saranno troppe cose di cui occuparsi?” Si potrebbe anche accennare che loro hanno oggetti che vi piacerebbe avere, forse è possibile averli adesso.

Alleggerire la nostra vita e quella degli altri è possibile. “Nessuna storia triste”.

 

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Come fare spazio in casa e nella vita https://www.milenaguidotti.it/come-fare-spazio-in-casa-e-nella-vita/ https://www.milenaguidotti.it/come-fare-spazio-in-casa-e-nella-vita/#comments Sun, 04 Jul 2021 09:11:10 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1071 Da ragazzina c’è stato un momento in cui volevo diventare arredatrice. Era il periodo in cui io e mia mamma giravamo per negozi cercando nuovi mobili per la mia camera da letto, che da stanza di bambina diventava rifugio di adolescente, con tanto di libreria, scrivania per i compiti e poster dei cantanti alle pareti. Ero rimasta affascinata da chi, con mano delicata e tratti veloci di matita (eh sì, erano gli anni ’80 e i progetti si immaginavano ancora su carta), aveva realizzato in un attimo il disegno di una stanza così diversa da prima, così “da grande” e tutta mia.

Con il tempo presi altre strade, ma ricordo quel momento come il primo in cui il mio interesse per gli ambienti della casa si sia manifestato. Molti anni dopo decoravo mobili, poi sono diventata Professional Organizer.

La casa come luogo dell’anima

È chiaro che c’è un filo conduttore che mi ha portato a sviluppare, seppure in modi diversi, il mio naturale interesse per la casa, per i suoi spazi e per i suoi significati. Casa come luogo intimo e personale, come potenziale fonte di benessere dell’anima.

Non mi ha sorpreso, quindi, l’aver divorato con grande interesse il libro di Karen Kingston “Clear your clutter with Feng Shui”. Si tratta di un testo pubblicato in Italia per la prima volta nel 1999 come “Libera la tua mente con il Feng Shui” e che per qualche motivo ad ogni riedizione ha cambiato titolo (“Via la polvere dalla casa e dalla mente” e “Feng Shui e Space Clearing, l’arte di fare spazio nella casa e nella vita”).

Ma facciamo un passo indietro: chi è Karen Kingston? E cosa significa Space Clearing?

Nata in Gran Bretagna, la Kingston ha vissuto per 20 anni a Bali, portando poi in occidente tutto il suo sapere sul Feng Shui e coniando l’espressione Space Clearing, che lei stessa definisce “l’arte di purificare e rivitalizzare le energie stagnanti presenti negli edifici”.

Lo Space Clearing è uno dei metodi più efficaci che il Feng Shui propone per aumentare il flusso di energia vitale in casa e sul luogo di lavoro; è un rito di 21 tappe attraverso il quale vengono liberate le energie bloccate all’interno delle stanze, sbloccando di fatto anche la vita di chi le abita.

Fra le cause principali di questi blocchi ci sono lo sporco e il clutter, termine inglese che indica l’accumulo, le cianfrusaglie, il superfluo e tutto ciò che ingombra. È di questo che la Kingston si occupa nel libro, suggerendo di dare un nuovo impulso alla nostra vita iniziando proprio dalla casa e dal decluttering.

È qualcosa di molto pratico che smuove e sblocca qualcosa di invisibile ai nostri occhi. Il principio di fondo è che mentre agiamo all’esterno, avvengono trasformazioni corrispondenti dentro di noi.

Tutto ciò che è inutile, che non ci piace, che fa disordine e ciò che è rimasto irrisolto o incompleto ha la conseguenza di renderci stanchi, pigri e privi di energie, offuscando la piacevolezza del vivere. Se nei nostri spazi c’è un accumulo di oggetti, pulire gli ambienti e trovare le cose diventa più faticoso: si innesca così un circolo vizioso di procrastinazione e malessere.

Anche se non sempre ne siamo consapevoli, il superfluo occupa spazio anche nella nostra mente, per cui diventa più difficile vedere e prendersi cura di ciò che conta davvero; focalizzarsi sulle cose realmente importanti diventa quasi impossibile.

Il Bagua

“Comprendere che la casa è un corpo vivente”: così Karen Kingston introduce il capitolo sul Bagua del Feng Shui. Si tratta di uno schema simbolico che suddivide gli spazi della casa in 9 sezioni a cui corrispondono i diversi ambiti della vita:

  • ricchezza, prosperità, abbondanza
  • fama, rispettabilità, chiarezza
  • relazioni sociali, amore, matrimonio
  • famiglia, anziani, comunità
  • salute, unità
  • creatività, bambini, progetti
  • conoscenza, saggezza, crescita personale
  • carriera, vita, cammino
  • amici pronti ad aiutare, compassione, viaggi

Occorre individuare le varie sezioni all’interno della propria abitazione utilizzando una planimetria o un semplice disegno, in modo da poterci lavorare in modo mirato: per esempio, se ho l’impressione che la mia creatività sia bloccata e sia difficile elaborare nuovi progetti, potrò controllare l’area della casa corrispondente e verificare cosa contiene, cosa ho accumulato in quella zona e agire di conseguenza.

La Kingston affronta nel suo libro ogni categoria di accumulo, compresi gli oggetti ingombranti e quelli da collezione, le cianfrusaglie di carta e quelle digitali, e lo fa ponendo l’attenzione su ciò che questo percorso smuoverà dentro di noi.

Ovviamente il consiglio è di eliminare il superfluo in tutta la casa, riorganizzare gli spazi in modo che siano funzionali, facili da pulire e da riordinare. Solo così possiamo portare nuova energia vitale e benessere ogni area della vita.

Ci crediamo liberi, ma siamo prigionieri di case invadenti che ci abitano e ci rendono impotenti – Franco Battiato, La polvere del branco

Cambiare punto di vista e gestire la nostra casa in modo nuovo, prendendoci cura di essa per prenderci cura di noi, è una piccola grande rivoluzione che possiamo attuare per noi stessi.

Possiamo (ma oserei dire “dobbiamo”, perché lo dobbiamo alla parte più profonda di noi che chiede solo di essere ascoltata) sviluppare una nuova mentalità che ci aiuti a rivalutare l’eccessivo attaccamento alle cose per iniziare a vivere pienamente ciò che è davvero importante per noi (cose, persone, situazioni, sensazioni, emozioni).

Si impiega molta più energia a non fare le cose che ad affrontarle. So che sembra controintuitivo, ma non lo è. Rimandare, accumulare oggetti e decisioni da prendere, evitare di fare delle scelte… nulla ruba più energia come ciò di cui non vogliamo occuparci.

Liberarsi dal superfluo, fare spazio fuori e dentro di noi, sentirci più leggeri e ricominciare a respirare a pieni polmoni è possibile.

Se vuoi che ti aiuti a farlo, contattami. Sarà una gioia per me aiutarti a rifiorire.

 

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La cucina è il cuore della casa: 15 consigli per organizzarla al meglio https://www.milenaguidotti.it/la-cucina-e-il-cuore-della-casa-15-consigli-per-organizzarla-al-meglio/ https://www.milenaguidotti.it/la-cucina-e-il-cuore-della-casa-15-consigli-per-organizzarla-al-meglio/#respond Fri, 04 Jun 2021 09:00:01 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1050 La cucina e la nursery sono due degli ambienti di cui preferisco occuparmi come Professional Organizer. Non a caso, perché le unisce un filo conduttore simbolicamente molto forte: il nutrimento.

Nutrimento inteso come cibo per il nostro corpo, ma anche come relazione, convivialità, amore, accudimento, protezione. Le due cose si intersecano e si mischiano, accompagnandoci dal primo all’ultimo giorno di vita.

Cucine e ricordi indelebili

Se ripenso alle cucine che frequentavo durante la mia infanzia, mi vengono in mente diverse immagini: mia mamma ai fornelli, noi quattro seduti al tavolo, la nonna che entra piano domandando “disturbo?” e la mamma che brontola a bassa voce “ma deve arrivare sempre all’ora di cena?”, ma che poi non dice nulla perché sa bene che per lei, che da tanti anni vive sola, è un modo per avere un po’ di compagnia in quell’ora malinconica.

Abitava nell’appartamento accanto, la mia nonna materna. Quando andavo a trovarla c’era sempre qualcosa sul fornello. Amava le cotture lente della tradizione emiliana e il borbottìo del ragù era il rumore di sottofondo più ricorrente.

Osservavo le tagliatelle fatte in casa stese ad asciugare sul tagliere e mi pareva di sentire il profumo delle uova fresche. Oppure la guardavo comporre, con le sue dita svelte e nodose, immense distese di tortelli ripieni di spinaci e ricotta e sistemarli in file ordinate come tanti soldatini, in attesa della cottura.

Due piani più giù, i nonni paterni. Capitava che da bambina aiutassi la nonna ad apparecchiare la tavola per la cena: a volte erano solo le tazze per il latte, due cucchiai, i tovaglioli e del pane raffermo, ma la preparazione di quel pasto frugale era comunque estremamente accurata.

Ricordo ancora la decorazione dei suoi piatti, la forma dei bicchieri e l’odore acre del caffè con succo di limone che a lei piaceva tanto. Per digerire meglio, diceva. E poi le tovaglie fiorate, il ronzìo del frigorifero, il nonno che arrivava a tavola sciabattando.

Nessuna di queste cucine era molto grande, eppure, come spesso accade, erano il luogo più vissuto della casa. Lì ho i miei ricordi più belli.

Nella cucina di casa mia si riunivano spesso le donne della famiglia: mia mamma, mia zia, la nonna, mia sorella ed io. A chiacchierare di cose buffe e leggere, ma anche a condividere gli inevitabili dispiaceri della vita.

Poi è arrivata la prima cucina tutta mia. A 21 anni ho affittato il mio primo appartamento: un monolocale, ma con cucina separata. Non la scorderò mai: lunga e stretta, con arredi chiari e una grande finestra che la inondava di luce. Il lavello era in ceramica bianca, rovinata dal tempo e dall’usura, ma in quei graffi era scritta la sua storia.

L’avevo personalizzata e riorganizzata con l’essenziale. Non ero una gran cuoca, ma mi piaceva prepararmi qualcosa sperimentando piccole variazioni. Ricordo una volta che, rientrata a casa dall’ufficio per la pausa pranzo, avevo cucinato un risotto alla milanese aggiungendoci un po’ di paprika. Era primavera, il profumo era strepitoso, dalla finestra entrava la voce di una vicina di casa che cantava una canzone di Teddy Reno: “Tu sei per me la più bella del mondo e un amore profondo mi lega a te…”

Sorridevo, nel tepore di quel mezzogiorno di maggio, godendomi la libertà di una casa tutta mia, il risotto alla paprika e quella colonna sonora improvvisata.

La cucina è il cuore della casa

La cucina è da sempre il cuore della casa ed è lì che spesso si vivono i momenti più intensi.

La cucina deve diventare la stanza della complicità di tutti coloro che la vivono. La camera da letto e il bagno sono spazi privati, il salotto è il luogo delle relazioni con il mondo esterno; la cucina è il luogo della convivialità, è il luogo dell’esperienza dei cinque sensi condivisa – Roberta Schira, dal libro “La gioia del riordino in cucina”

Se ripercorro mentalmente le mie cucine lungo la linea del tempo (quella della casa dei miei genitori, quella del mio primo monolocale, quella convissuta con mio marito e quella attuale che abito con mia figlia) posso letteralmente vederne il percorso evolutivo.

Vedo una diversa scelta degli arredi, delle suppellettili, dei colori e delle forme. La necessità crescente di tanta luce naturale. L’attenzione sempre maggiore ai profumi e agli odori degli ingredienti. La ricerca di funzionalità nell’organizzare la disposizione degli oggetti, la voglia di unire bellezza e semplicità nel sistemare i vasi di pasta, cereali, farine, biscotti.

Suggerimenti per una cucina bella e funzionale

Come per ogni ambiente della casa, anche in cucina l’organizzazione deve essere personalizzata in base alle preferenze e alle necessità di chi la abita. Ci sono però alcune regole universali che suggerisco sempre ai miei clienti e che vorrei condividere con te.

#1

Disponi gli oggetti in base alla frequenza di utilizzo e in linea con le varie aree della cucina: per esempio, tutto ciò che serve al momento di cucinare dovrebbe essere facilmente accessibile dalla postazione dei fornelli e del piano di lavoro, così come sarà più facile riporre piatti e bicchieri se verranno sistemati in un pensile vicino alla lavastoviglie.

#2

Riponi tutto secondo categorie che siano comode e intuitive: pasta e riso, vari tipi di farine, alimenti per la colazione, piatti e bicchieri per tutti i giorni, stoviglie per le occasioni speciali ecc.

#3

In commercio si trovano moltissimi strumenti salvaspazio: ripiani aggiuntivi, mensole, ganci, cestelli estraibili, barre da fissare a parete e molto altro ancora. Scegli quelli più adatti alle tue necessità.

#4

Organizza i cassetti aiutandoti con contenitori o vaschette fai da te (per esempio riciclando le scatole della pasta o dei cereali) o acquistati appositamente (fai attenzione a prendere bene le misure!). Cerca di tenere solo ciò che usi davvero, perché la confusione nei cassetti si traduce in confusione mentale.

#5

Nella credenza o nei pensili, disponi i prodotti più alti dietro e i più piccoli davanti, per accedervi più facilmente e renderli più visibili, così da non dimenticare di averli.

#6

Quando ti accorgi che qualcosa sta per finire e vuoi ricomprarlo, scrivilo subito sulla lista della spesa. Condividila con tutti gli abitanti della casa, in modo da evitare mancanze o doppioni. Decidete insieme quale supporto usare, come un foglio fissato sul frigorifero, una lavagna a muro o una app digitale.

#7

Se riponi nella dispensa un prodotto che hai acquistato ma ne hai già uno uguale, metti sopra o davanti quello che scade prima.

#8

Togli gli imballi inutili e organizza i pezzi più piccoli (come monoporzioni, scatolette di tonno, bustine di zafferano o di lievito) in contenitori e vaschette, che ti aiuteranno a mantenere l’ordine.

#9

Riponi gli alimenti secchi come pasta, farina, zucchero, sale, biscotti in vasi trasparenti o con finestra, per vederne il contenuto. L’importante è che si possano chiudere bene, per mantenerne la qualità e prevenire la presenza di fastidiose farfalline.

#10

Su vasi e contenitori annota le informazioni che ritieni utili come il tipo di pasta, il tempo di cottura, la data di scadenza. Esistono etichette ed etichettatrici di tutti i tipi, ma puoi anche scriverle a mano e magari farle decorare dai bambini. In ogni caso, tutto sarà esteticamente bello, facile da trovare e anti-spreco (usi per primo ciò che scade prima).

#11

Sistema gli alimenti da conservare in frigo e freezer secondo le istruzioni del produttore, in genere reperibili anche sul web. Servirà qualche minuto per capire cosa-va-dove, ma poi sarà facilissimo mantenere l’abitudine e conservare tutto al meglio, in modo da evitare contaminazioni e deterioramento dei cibi.

#12

Ricorda che non tutto ciò che hai nella tua cucina deve necessariamente stare in cucina: per esempio, un piccolo elettrodomestico che usi solo una volta ogni tanto può trovare un’altra collocazione e lasciare spazio ad oggetti che usi più spesso.

#13

Pulisci e sistema ciò che hai utilizzato ogni giorno, cerca di non andare mai a dormire con il lavello pieno di piatti sporchi e lasciando i fornelli unti: se fai il necessario tutti i giorni fai meno fatica, e poi una cucina in ordine regala serenità, importantissima soprattutto prima del sonno notturno.

#14

Periodicamente pulisci a fondo (meglio se con detergenti a basso impatto ambientale) l’interno dei pensili, dei cassetti, della dispensa e i contenitori dei rifiuti, focalizzando l’attenzione su ciò che stai facendo; è certamente una questione di igiene, ma è anche un modo per sbarazzarsi della polvere emotiva e ritrovare benessere mentale.

#15

Se possibile (attenzione che non siano velenose per i tuoi animali domestici) aggiungi qualche pianta decorativa o delle piantine aromatiche: il colore verde e il richiamo alla natura creano la giusta atmosfera e alleggeriscono la mente.

Com’è la tua cucina?

Se hai letto il mio articolo fino alla fine, probabilmente è perché senti il bisogno di un cambiamento nella tua cucina, per ritrovare armonia in uno spazio così fondamentale della tua casa. Spero quindi che tu l’abbia apprezzato e che ti sia stato utile.

Se desideri avere il mio aiuto e ti interessa una consulenza personalizzata, mi trovi qui. Scrivimi: potremo lavorare insieme, in presenza oppure online, e restituire alla tua cucina il valore che merita.

 

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Nuova casa, nuovo inizio: 9 consigli per un trasloco consapevole https://www.milenaguidotti.it/nuova-casa-nuovo-inizio-9-consigli-per-un-trasloco-consapevole/ https://www.milenaguidotti.it/nuova-casa-nuovo-inizio-9-consigli-per-un-trasloco-consapevole/#respond Tue, 04 May 2021 17:46:37 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1030 Il trasloco è uno degli eventi più importanti della vita, un ponte fra due diverse fasi. E per come la vedo io, un lavoro di introspezione e presa di coscienza.

Se hai letto i due articoli con cui l’anno scorso inauguravo il mio blog (Sfide, cambiamenti e opportunità e L’armonia degli spazi) sai già che casa e cambiamento sono temi che mi stanno molto a cuore.

Il cambiamento è una costante della nostra natura di esseri umani e credo sia qualcosa di speciale che va onorato, anche quando la situazione presenta delle difficoltà. La casa dovrebbe essere una nostra preziosa alleata: è il nido a cui tornare, un rifugio dal caos esterno. Casa è il luogo in cui sentirsi davvero se stessi; è accoglienza, per noi, per la nostra famiglia e per chi scegliamo di farvi entrare.

Cambiare casa, che sia per scelta o per necessità, è quindi un passo importante al quale dovremmo dedicare la giusta attenzione. Che non significa stressarsi più del dovuto.

La prima cosa da fare è… fermarsi. Respirare a fondo, lentamente. Perché il trasloco consapevole è quello ben organizzato, in cui ti prendi del tempo per capire cosa desideri davvero e di cosa hai bisogno per stare bene nella nuova casa.

Suggerimenti per un trasloco consapevole

#1 Non è mai troppo presto

Pianificare con anticipo (anche 2/3 mesi) tutti i passi necessari ti permette di farlo con calma e di avere una visione più lucida e lungimirante delle cose da fare. To-do list, calendario, agenda, evidenziatori, bacheca… scegli i supporti cartacei o digitali che preferisci e organizza per bene tutte le attività necessarie. Prendilo come un momento per te stessa, dai valore al cambiamento che stai per fare.

#2 Elimina subito ciò che non serve

Uno degli errori più frequenti è posticipare il decluttering (ovvero eliminare il superfluo) al momento del trasloco. Si pensa di poterlo fare mentre si procede all’imballo dei vari oggetti, o peggio ancora di portare via tutto e occuparsene una volta arrivati nella nuova casa.

Io sconsiglio fortemente queste due soluzioni, per vari motivi:

  • fare decluttering prima del trasloco ti permette di risparmiare tempo e denaro per spostare cose che in realtà non vuoi più
  • identificare il superfluo potrebbe essere più impegnativo di quel che immagini: ci sono spesso delle forti implicazioni emotive e possono sorgere dubbi difficili da sciogliere. E, a meno che tu non sia minimalista per natura, servono tempo, cura e attenzione.
  • una volta deciso cosa eliminare, dovrai decidere cosa farne: vendo? Regalo? Butto? A chi può servire? A chi posso donarlo?

Tutto ciò richiede tempo ed energie (fisiche e mentali), e sovrapporre questo lavoro a tutto ciò che avrai da fare nel periodo del trasloco sarebbe davvero sfiancante.

#3 Immagina

Pensa a come vorresti che fosse la tua casa dopo il trasloco: quali sono le soluzioni che vorresti mantenere? Quali nuove funzionalità vorresti introdurre? Come immagini la tua nuova vita? Cosa ti serve e cosa invece devi lasciar andare per ottenerla? 

Scegliere consapevolmente e con la giusta calma cosa portare con te ti permetterà di ripartire fin da subito con una casa più leggera; ottimizzare i nuovi spazi sarà più semplice e piacevole.

#4 Organizza gli spazi

Procurati una piantina della nuova casa, disegna i mobili che prevedi di mettere in ogni stanza, scrivi a lato gli oggetti che ti serviranno in quell’ambiente. Misure alla mano, cerca di trovare il giusto posto per ogni cosa, considerando anche eventuali nuovi acquisti.

Procedi anche ad organizzare gli spazi interni: armadi, scaffali, pensili, librerie… Scegli “cosa mettere dove”, secondo logica, funzionalità e senso estetico.

#5 Verifica

Ricorda che c’è una serie di cose che dovrai verificare: si può usare l’ascensore per trasportare i mobili? È abbastanza grande? Passeranno per le scale o si dovrà ricorrere ad un’autoscala? Il camion del trasloco può parcheggiare sotto casa? È necessario chiedere un permesso all’amministratore?

Fai tutte le verifiche del caso, sia per la casa attuale che per quella nuova.

#6 Scegli il traslocatore

Prima di scegliere la ditta che si occuperà del trasloco, fai mente locale dei servizi di cui avrai bisogno, richiedi un sopralluogo (in genere è gratuito) e preparati una lista di domande da fare.

Valuta almeno 2/3 diversi preventivi e assicurati che sia ben specificato cosa è compreso nel prezzo e cosa non lo è.

#7 Pulisci accuratamente

Prima di entrare nella nuova casa, fai una pulizia profonda degli spazi. Pulire una casa vuota è facile e veloce, e non sottovalutare l’aspetto emotivo: entrare in una casa pulita, luminosa, pronta per essere arredata e personalizzata ti mette più in contatto con essa e con le emozioni che vorrai viverci dentro.

#8 Preparati

Prepara per tempo qualche valigia per gli abiti e tutto ciò che ti servirà per imballare le tue cose: scatoloni resistenti, scotch da pacco, nastro carta, forbici, pennarelli indelebili, etichette, carta di giornale o pluriball per proteggere gli oggetti più fragili. Se vuoi optare per una scelta più ecologica, avvolgili con stracci, lenzuola o asciugamani.

#9 Sii gentile

Se andrai ad abitare in un condominio, metti un cartello bene in vista per avvisare del trasloco, indicando il giorno o i giorni esatti e scusandoti per il disagio. Una volta finito, pulisci le parti comuni che eventualmente si fossero sporcate. La tua cortesia sarà il miglior biglietto da visita per presentarti ai tuoi nuovi vicini ed instaurare un buon rapporto fin da subito.

Organizzazione è una parola magica

Organizzarsi per tempo rende tutto meno stressante e ti evita di vivere nel caos per settimane una volta stabilita nella nuova casa.

Fare tutto da soli è certamente possibile, ma a volte si ha bisogno di un occhio esterno, di una guida che ti aiuti a capire cosa fare e quando, identificare il posto giusto per ogni cosa e non dimenticare nulla. E con cui magari condividere aspettative, dubbi e timori.

Se pensi di aver bisogno di me, puoi contattarmi qui. Faremo una chiacchierata informale e capiremo come posso accompagnarti in questa fase importante e delicata.

Aiutarti a creare una casa accogliente e piacevole da vivere è la mia missione, perché è qualcosa che tutti meritiamo.

 

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Cambio di stagione: 5 app e altre idee per vendere o riciclare ciò che non usi più https://www.milenaguidotti.it/cambio-di-stagione-5-app-e-altre-idee-per-vendere-o-riciclare-cio-che-non-usi-piu/ https://www.milenaguidotti.it/cambio-di-stagione-5-app-e-altre-idee-per-vendere-o-riciclare-cio-che-non-usi-piu/#respond Sun, 04 Apr 2021 07:00:07 +0000 https://www.milenaguidotti.it/?p=1013 Un armadio ben organizzato può evitare una di quelle cose che di solito si rimandano all’infinito: il cambio di stagione. Trafficare con scatoloni e custodie è un lavoro che la maggior parte delle persone trova noioso e stancante. Avere il necessario a portata di mano senza dover ribaltare tutto ogni sei mesi è possibile, ottimizzando gli spazi e adottando le giuste strategie (se vuoi sapere come, chiedimelo qui).

Ma c’è una cosa che consiglio di fare in ogni caso: il decluttering. Si tratta di quella buona abitudine, quasi un rituale, che ti permette di scartare periodicamente tutto ciò che è superfluo. Dagli armadi, ma non solo, perché in ogni ambiente della nostra casa sono presenti oggetti che non fanno più parte della nostra vita: bisogna solo prenderne consapevolezza.

Regali indesiderati, acquisti sbagliati, oggetti che non ci piacciono più, documenti e tanto altro. Eliminandoli, sempre con un’attenzione particolare all’ambiente, al riciclo e al riuso, sblocchiamo energia vitale e riacquistiamo leggerezza mentale.

Cosa fare con ciò che non metti più

Se gli abiti e gli accessori che vuoi eliminare sono ancora in buono stato, buttarli via sarebbe davvero uno spreco, oltre che un danno ambientale: possono invece essere donati, venduti o barattati.

La prima possibilità, semplice ed immediata, è di donarli ad amici o parenti. Bisogna però essere sufficientemente in confidenza da sapere che il regalo sia ben accetto e che non metterà in imbarazzo nessuno. Possono essere questioni delicate, meglio evitare fraintendimenti.

Un’altra soluzione consiste nel consegnarli ad una delle associazioni benefiche presenti nella tua zona, che provvederanno a distribuirli a chi ne ha più bisogno. Di solito anche le parrocchie hanno qualcuno che si occupa di queste cose.

Se invece vuoi vendere o barattare i tuoi capi, ho raccolto per te una selezione dei migliori siti e app che permettono di farlo in modo facile e veloce.

Greenchic: tu prenoti il ritiro e loro vengono a prendere i capi direttamente a casa tua. Se ritenuti idonei alla vendita, riceverai delle stelline che fungeranno da moneta virtuale per comprarne altri dal loro sito, aggiungendo solo pochi euro. Qualora i vestiti non fossero ritenuti adatti, saranno donati a Humana People to People Italia Onlus.

Vinted: pubblica una foto del tuo articolo e completa l’annuncio con descrizione e prezzo richiesto; una volta venduto, dovrai solo consegnarlo ad uno dei centri Vinted vicino a te. Riceverai il pagamento sul saldo del tuo profilo: potrai usarlo per fare acquisti in Vinted oppure trasferire il denaro sul tuo conto corrente bancario. Non ci sono commissioni per il venditore.

Depop: per vendere su Depop è obbligatorio avere un account Paypal sul quale l’acquirente possa inviarti il denaro. Una volta collegato l’account al tuo profilo, puoi iniziare a pubblicare video o foto dei tuoi capi con descrizione e prezzo. Sarai tu ad occuparti della spedizione al destinatario finale. Pensa bene al prezzo a cui vendere i tuoi oggetti, perché oltre a dover sostenere i costi di spedizione, Depop detrarrà una commissione del 10% e PayPal del 3,4%.

Swapush: è un’app di baratto online. Ogni oggetto caricato dai vari utenti ha un valore espresso in pillole: se non ne hai abbastanza per fare uno scambio, le puoi acquistare, se invece ne hai troppe, quelle in eccesso verranno mantenute nel tuo account per un prossimo scambio. I singoli utenti si occupano della spedizione al destinatario.

Vestiaire Collective: si tratta di un marketplace online per la compravendita di articoli di lusso autenticati. In pratica, tu inserisci l’inserzione relativa ai capi o accessori firmati che vuoi vendere; quando il tuo articolo sarà acquistato, ti verrà richiesto di inviarlo agli uffici di Vestiaire. Non dovrai pagare nulla per la spedizione. A quel punto il loro staff si occuperà di controllare qualità e autenticità della merce e di spedirla all’acquirente. Riceverai il pagamento direttamente sul tuo conto corrente o sul tuo account Paypal, dal quale verrà detratta una commissione, calcolata in base al prezzo.

E se non voglio vendere online?

Se non ami l’idea di vendere online o non sei molto pratica del mondo digitale, sicuramente troverai qualche negozio nella tua zona che potrà valutare il tuo usato.

Art House:  Fiorella e Dafne, madre e figlia, gestiscono con passione questo delizioso negozio a Bergamo, la mia città. Sono disponibili a valutare capi vintage e firmati, purché in ottimo stato. Probabilmente esistono realtà simili anche nella tua zona.

Baby Bazar: è un network di negozi presenti in tutta Italia riservato all’abbigliamento bambini e premaman (ma anche giocattoli, libri, passeggini, lettini, seggioloni…). Porti in negozio ciò che non ti serve più e alla vendita guadagni il 50% del prezzo. Qualora gli articoli restassero invenduti per più 60/90 giorni (a seconda del valore), saranno devoluti a sostegno di progetti di solidarietà.

Mercatopoli: modalità molto simili a Baby Bazar, ma esteso a più categorie: abbigliamento, accessori, mobili, collezionismo, quadri, libri e molto altro.

Lenzuola, tovaglie & co.

Primavera significa rinnovamento e spesso è l’occasione per fare decluttering anche della biancheria per la casa.

Coperte e piumini possono essere donati ad associazioni che si occupano dell’assistenza ai senzatetto, oppure a canili e gattili.

Tovaglie e lenzuola possono essere facilmente riutilizzate cambiandone la destinazione d’uso. Per esempio, una tovaglia può essere tagliata in parti più piccole per ottenere un runner, dei tovaglioli, delle tovagliette americane o una tovaglia da picnic. Le lenzuola possono diventare fodere per cuscini, sacchetti da viaggio per le scarpe o tendine da sole per auto.

Una delle possibilità di riciclo più creative è quella che viene dal Giappone: il tessuto diventa carta da regalo, seguendo la tecnica del furoshiki, qui trovi un semplice tutorial.

Qualunque cosa deciderai di fare, dedicati del tempo per liberarti da ciò che non senti più tuo. Potrai fare del bene o guadagnare qualcosa, in ogni caso avrai ottenuto il risultato più importante: sentirti bene, conservando solo cose che ti danno gioia.

 

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